Milano, 25 Settembre 2024 – Si è ricordato della situazione a via Francesco Sforza? Questo venerdì, provvederemo a difendere questa pista ciclabile, quindi cerca un altro posto per parcheggiare il SUV. La notizia è stata fornita dalla rete “La città delle persone” e altri gruppi come la pagina Instagram “Maledette biciclette milanesi” che denunciano divertentesi la “giungla” sulle strade di Milano, attaccando chi si lamenta sempre delle biciclette.
Ostacolo al traffico
Proprio questa pagina, la primavera scorsa, ha condiviso un video fatto dalla ciclista Marta Castronuovo, che contava le auto parcheggiate selvaggiamente sulla corsia dedicata alle biciclette: “Una, due…”, fino a 19.
Un altro giorno, un nuovo conteggio, “sono circa le 7.05” e la situazione rimane la stessa: una lunga fila di auto parcheggiate sulla pista ciclabile di via Francesco Sforza, in pieno centro, tra il Policlinico e i giardini della Guastalla.
Una situazione che obbligava la donna a deviare il suo percorso, per evitare di trovarsi “a braccetto” con altri veicoli o di dover condividere lo spazio ristretto con un autobus in transito. “Da allora non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata”, evidenzia Castronuovo.
La catena umana ciclabile
Che presto otterrà il sostegno di tutti i ciclisti e non: appuntamento venerdì 27 settembre tra le 6.30 e le 7.30 all’angolo con via San Barnaba per partecipare a “ProteggiMi”, una catena umana ciclabile. Questo significa che gli attivisti si posizioneranno fisicamente lungo la corsia disegnata a terra, riservata alle biciclette, per bloccare l’intrusione delle auto.
Tommaso Goisis, un attivista dell’organizzazione ‘La città delle persone’, ha dichiarato che sarà la sesta iniziativa ‘ProteggiMi’, proseguendo dopo quelle messe in atto in viale Monza, corso Buenos Aires, via Galvani e il ponte della Ghisolfa. Nell’ambito di un appello per supportare l’evento, Goisis mette in luce un problema quotidiano a Milano: alcuni lavoratori del Policlinico, che scelgono di prendere la propria auto per arrivare al lavoro, parcheggiano il veicolo sulla pista ciclabile di via Francesco Sforza, mettendo a rischio la sicurezza di molti ciclisti.
Questa problematica era già emersa la scorsa primavera, come indicato dal quotidiano Il Giorno. Da parte della direzione del Policlinico, la spiegazione fornita è che i dipendenti entrano nell’edificio amministrativo, che apre i cancelli alle auto alle 7.15. Non ci sono al momento soluzioni alternative, ma la direzione si è dimostrata aperta a trovare una risposta condivisa al problema. E’ plausibile poi che le auto arrivino in anticipo per poter accedere al centro prima dell’attivazione dell’Area C alle 7.30.
Ma il problema investe anche altri tratti della città. Ad esempio, in corso Buenos Aires, dove vengono attualmente eseguiti lavori per migliorare la pista ciclabile e ampliare i marciapiedi, succede frequentemente che veicoli commerciali o automobilisti indisciplinati invadano la corsia destinata ai ciclisti.
In particolare, i tratti di strada in cui la segnaletica è disposta a terra sono soggetti a problemi. Alcune persone non rispettano nemmeno il cordolo. Infatti, ieri, un’osservazione di soli trenta minuti ha rivelato la presenza di veicoli parcheggiati illegittimamente che ostacolavano il passaggio dei ciclisti, obbligandoli a deviare sul marciapiede o sulla strada.
Questi problemi sono diffusi in diverse strade, come si è potuto constatare nel pomeriggio anche in corso Monforte, una zona molto centrale. Qui, i ciclisti si lamentano del classico scenario di furgoni parcheggiati sulla superficie del marciapiede e in parte sulla pista ciclabile, creando disagi sia ai pedoni che ai ciclisti.
Lo stesso scenario è stato riscontrato in corso Venezia e in via Carducci. Inoltre, ieri in corso Garibaldi, c’era addirittura la fila di veicoli parcheggiati sulla pista ciclabile come se fosse normale. Un altro esempio: in via Venti settembre, in zona Conciliazione, i veicoli parcheggiati sui marciapiedi invadono la pista per biciclette, rendendo difficile procedere per i ciclisti, che sono quindi costretti a deviare.