Il rogo aveva già preso le sue dimensioni attorno alle 5 di ieri, riducendo a macerie l’edificio abbandonato, ma non vuoto, nel giro di poco tempo. Fortunatamente, tutti gli occupanti sono riusciti a sfuggire, salvando le loro cose personali. Grazie all’azione rapida di una decina di squadre di pompieri, le fiamme che consumavano l’edificio industriale inattivo, sito tra via Fracastoro e via Cesalpino, sono state estinte. I primi controlli effettuati dai vigili del fuoco non hanno segnalato la presenza di persone intrappolate all’interno dell’edificio in fiamme. Il palazzo, un tempo sede di un’azienda che da tempo si è trasferita in hinterland, ha ospitato negli ultimi due anni individui senza fissa dimora e lavoratori stranieri che sono stati rimossi da diversi edifici occupati nella periferia est della città. Sostenuti dalle reti solidali, gli occupanti sono stati variamente sfollati, in primo luogo da un edificio di via Iglesias, in seguito dalla vecchia fabbrica di via Suisi, e infine dai vecchi bagni pubblici di via Esterle. Quest’ultimo spazio è stato liberato per fare posto alla costruzione della moschea della Casa della Cultura Musulmana. All’alba, in via Fracastoro, sono giunti carabinieri del Nucleo Radiomobile, poliziotti locali per bloccare il traffico, e personale della Protezione Civile per fornire assistenza alle persone coinvolte nell’incidente. Nessuna di queste persone ha riportato ferite o ha dovuto cercare assistenza medica.
Un autobus di Atm è stato posizionato vicino al capannone che ha preso fuoco poco prima delle 7 per fornire riparo temporaneo agli sfollati. Ora, stanno cercando un nuovo luogo di rifugio. Un abitante del quartiere è tornato a casa poco dopo le 4:30 del mattino ed ha notato, guardando dal balcone di casa, che qualcuno aveva acceso un fiamma all’interno, forse per riscaldarsi. Pochi minuti dopo, l’incendio si è propagato. Numerosi video dei residenti locali hanno documentato le fasi iniziali dell’incendio: si possono chiaramente sentire diverse detonazioni, verosimilmente causate dall’esplosione di bombole di gas e stufe utilizzate dagli abitanti per cucinare.