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La Lombardia è la terra delle badanti e delle colf.
Sono 185mila gli operatori al servizio dei privati: solo Milano ne conta 105mila.
Nel 2021 con 961.358 addetti si è registrato un aumento del 2% rispetto all’anno precedente e del 12% rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia. Gli incrementi degli ultimi due anni sono dovuti al primo lockdown, quando diversi datori di lavoro hanno regolarizzato gli assistenti domestici per consentirne il tragitto verso le proprie abitazioni.
Successivamente il “Decreto Rilancio“ da giugno 2020 ha regolamentato l’emersione agevolata di rapporti di lavoro irregolari.
Nel 2019, in Lombardia, risultavano attivi 31.582 lavoratori domestici italiani e 124.833 stranieri: nel 2021 quelli italiani hanno raggiunto quota 35.591, mentre i lavoratori multietnici sono lievitati fino a 149.215 unità. Si segnala, però, che sono oltre un milione gli operai senza contratto (il 38% dell’occupazione irregolare italiana).
Secondo la Fondazione studi Consulenti del lavoro, il rapporto non dichiarato (-2,7 miliardi di gettito l’anno) garantirebbe alle famiglie un risparmio netto non superiore all’8%.
Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, l’associazione dei Datori di lavoro domestico, ha chiarito: “Se tutti i rapporti fossero denunciati, il nostro contratto collettivo sarebbe il più somministrato. Spesso, però, c’è una corresponsabilità tra famiglie e lavoratori, in particolare quando badanti e colf percepiscono già Naspi o reddito di cittadinanza e non vogliono alterare l’Isee familiare per godere di incentivi pubblici”.
Secondo i dati sono prevalentemente le donne a svolgere il mestiere di badante e colf (85% a livello nazionale). Nella provincia di Milano le colf doppiano le badanti: 69.170 contro 36.380.
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