Chi c'era negli scontri a Milano: ultras, studenti, esponenti della destra estrema, arabi e imprenditori
Il corteo di protesta di Milano si è trasformato in guerriglia caratterizzata da bombe molotov, petardi e lacrimogeni. La protesta si è conclusa con 28 persone fermate e scortate in Questura, un poliziotto ha riportato contusioni varie. Chi c’era agli scontri a Milano.
Chi c’era negli scontri a Milano
Tra i manifestanti hanno partecipato ultras, studenti, esponenti della destra estrema, arabi e imprenditori. Un corteo che ha sdirazzato dall’idea di protesta pacifica e che ha trasformato la manifestazione in campo di battaglia.
La protesta ha avuto inizio in piazzale Loreto poco prima delle 21, un appuntamento nato da un appello sui social ricolto a tutti coloro avessero una motivazione di protestare contro la stretta arrivata con l’ultimo Dpcm al fine di contingentare la diffusione del Coronavirus. Protesta che ha raggiunto il culmine proprio di fronte al Palazzo della Regione Lombardia, contro cui sono state scagliate bottiglie, pietre e lanciati petardi. Le forze dell’ordine sono state costrette a proteggere l’ingresso del Palazzo utilizzando lacrimogeni.
La polizia è dovuta intervenire per ricercare i responsabili degli tali atti vandalici anche nella linea verde per Gessate della metro che è stata quindi fermata per alcuni minuti.
I manifestanti hanno messo a subbuglio tutto ciò che ha incontrato, tavolini dei locali, sedie, cassonetti, finestrini dei tram, lanciando petardi all’impazzata e cantando in coro “Libertà, libertà” tra un insulto e l’altro per il premier Giuseppe Conte.
Alla manifestazione presenti anche persone civili che hanno espresso il totale disappunto nei confronti di tanta violenza, come Matteo, che ha raccontato ad Agi: “Sono un titolare di un bar a Vimercate sono venuto qua per chiedere un concerto di libertà che non è rispettato. Non condivido lo scempio, io sto raccogliendo motorini e biciclette per terra, non siamo tutti uguali”. Ancora una ragazza di 17 anni: “Sono una studentessa e sono qui per protestare contro i diritti che ci vengono tolti”.