A cinque antagonisti del Comitato Autonomi Abitanti Barona (Caab) di età compresa tra i 21 e i 38 anni è stato notificato un divieto di dimora nel Comune di Milano, in via cautelare.
I cinque dovranno rispondere delle accuse di estorsione aggravata e lesioni ai danni di una donna incinta di 32 anni, di nazionalità marocchina, picchiata a Milano insieme a un suo connazionale 43enne. Un caso che si inserisce in un più ampio sistema di assegnazione di case popolari occupate, dietro il versamento di una cifra compresa tra i 700 e i 1.500 euro.
L’aggressione risale al 2018, secondo quanto emerso dalle indagini degli agenti della caserma in via Fatebenefratelli.
Le vittime hanno sporto denuncia, raccontando di essere stati violentemente picchiati dopo che l’uomo ha espresso la volontà di lasciare il Caab e ottenere i soldi già versati. I cinque antagonisti lo hanno colpito con un bastone e, quando la donna è intervenuta in sua difesa, è stata a sua volta picchiata, nonostante fosse incinta. Gli aggressori sono quattro italiani (B. E. di 25 anni, B. G. di 38 anni, G.
S. di 21 anni, N.S.C. di 24 anni) e un romeno (C.D.L. di 36 anni). Le minacce e le aggressioni sarebbero proseguite per diversi mesi (da maggio a settembre 2018), fino al momento in cui è stata costretta a lasciare la propria abitazione. Per ottenerla aveva versato al Comitato 1.400 euro.
Le indagini della polizia di Milano hanno portato alla luce la complessità del “sistema Caab”.
Il Comitato – si legge nei documenti della Questura – “offre una sistemazione alloggiativa, ma in cambio di un’attività di resistenza agli sgomberi predisposti dalle forze di polizia”.