Nel corso di questi mesi vi abbiamo parlato spesso di crisi, di licenziamenti e di aziende occupate in difesa del posto di lavoro.
Questa volta però ci siamo chiesti: com'è la vita in un presidio? Per scoprirlo siamo andati alla Lares di Paderno Dugnano, dove gli operai stanno occupando da marzo un'area per impedire che i macchinari vengano portati via.
Quello della Lares è l'ennesimo caso di azienda che fallisce NON per colpa della crisi (vera o presunta tale), ma che finisce nei guai per tutta una serie di speculazioni. Le commissioni infatti c'erano.
La fabbrica condivide il destino insieme alla Metalli Preziosi. Gli operai di quest'ultima azienda erano anche saliti sul tetto qualche mese fa per chiedere una soluzione al loro problema e in un primo momento sembrava che, almeno per loro, la situazione si fosse risolta.
Invece parlando con uno dei portavoce del Comitato di lavoratori della Lares, Angelo Lupi, abbiamo scoperto che anche per la Metalli Preziosi a distanza di quasi quattro mesi da un quasi sicuro "accordo con i russi", non è stato fatto ancora nulla.
Vi mostriamo com'è l'interno del presidio.
Come si vive in un presidio? Beh, non è affatto facile. Innanzitutto per il freddo: l'unica fonte di calore, come potrete vedere nelle foto, è un bidone dove viene acceso il fuoco e una stufetta.
"Hai visto che ha tenuto", fa presente un ex operaio riferendosi alla copertura di cellophane appena riparata che isola la stanza, ricavata da un deposito di biciclette. Abbiamo parlato con due ex dipendenti che ci hanno raccontato come "arrivano alla fine del mese".
Far tornare i conti è molto difficile, anche perchè i soldi della cassa integrazione sono arrivati sempre molto in ritardo, per colpa del fallimento dell'azienda, già commissariata. In precedenza i lavoratori, per salvaguardare il posto di lavoro si erano persino ridotti lo stipendo (operai il 4% e impiegati 8%). Ma non era servito a nulla.
Con amarezza i lavoratori del presidio ci hanno raccontato che sono solo i più "anziani", lavorativamente parlando, a portare avanti la lotta: i più giovani infatti non partecipano al presidio.
A loro non resta altro che continuare a protestare, perchè da parte delle istituzioni, dello Stato e delle aziende non arriva alcun supporto. Ai lavoratori non sembra che il Governo abbia veramente a cuore il problema di chi oggi perde il lavoro a 40-50 anni: moltissime aziende infatti non assumono personale così "avanti con l'età". Gran parte di esse poi vengono anche 'invogliate' a trasferirsi in altri Stati, dove la manodopera è meno costosa.
In questo modo le sedi italiane chiudono e i lavoratori che rimangono senza lavoro sono sempre in aumento.
Il simbolo della protesta della Lares è una bandiera, la "Bandiera della Solidarietà", che riporta l'art. 1 della Costituzione:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro"
La "Bandiera della Solidarietà" nasce da un'idea dei lavoratoridella Lares e Metalli Preziosi che ha trovato il consenso e il coinvolgimento del sindacato di categoria, dei parroci delle Parrocchie e del Comune di Paderno Dugnano.
L'intento di questa iniziativa è sensibilizzare l'opinione pubblica sulle difficoltà che il mondo del lavoro sta vivendo. La bandiera infatti è stata distribuita presso i sagrati delle chiese, nei presidi di altre aziende ed è stata anche regalata ad alcuni esponenti politici.
Ci auguriamo per loro, e per le migliaia di persone nelle stesse condizioni, che il 2010 porti un cambiamento positivo.