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Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil, si unisce al coro di chi cerca di mettere in guardia Milano e la Lombardia – ma non solo – dal rischio "mafia" nelle imprese, che a quanto pare la crisi sembra accrescere.
"Esiste una stretta correlazione tra infiltrazione mafiosa e l'attuale fase di recessione economica. Se l'economia legale registra una drastica contrazione dei finanziamenti, quella illegale può contare su una permanente, enorme, illimitata liquidità finanziaria"
Insomma: se le banche per colpa della crisi non erogano finanziamenti, ci pensa la mafia a fare le loro veci. Il settore più a rischio è ovviamente quello delle costruzioni, così come aveva detto sia il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, ma anche il procuratore Antonio Ingroia qualche tempo fa.
Il pericolo dell'usura è in agguato e "l'usura è il veicolo che innesta relazioni pericolose". Ma non solo: le aziende possono facilmente essere usate come veicolo per il riciclaggio di denaro sporco.
Onorio Rosati, segretario generale della Cgil di Milano, si è unito a De Albertis
"Questa questione va presa maledettamente sul serio. Le imprese non vanno lasciate sole. Il problema andrebbe affrontato insieme, attraverso un tavolo cittadino a cui partecipino tutti gli attori coinvolti nella partita"
A livello comunale, quando si parlava di rischio di infiltrazione nelle opere Expo, era stata proposta una Commissione Antimafia che però dopo l'approvazione è stata definitivamente depennata.
Purtroppo i costruttori lamentano di non avere strumenti sufficienti per isolare i colleghi che hanno a che fare con la criminalità organizzata. Piero Grasso ha spiegato che l'obbligo del certificato antimafia è aggirabile creando società con dei prestanome e il presidente Assimpredil ora aggiunge:
"Il certificato rileva solo situazioni di mafiosità conclamata, pressoché inesistenti. L'impresa, ma anche il privato che voglia affidare lavori edili, rischia di cadere nella rete di soggetti mafiosi senza essere messo in condizione di sapere con chi ha a che fare"
E se l'azienda viene 'beccata' spesso pagano solo i lavoratori. Il Comune ha garantito il suo massimo impegno per scongiurare le infiltrazioni mafiose come precisa l'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Simini:
"Per quanto ci riguarda, come Comune lavoriamo fianco a fianco con Dia e prefettura. Chiediamo informazioni sulle aziende che partecipano ai nostri bandi di gara e quando qualcosa non ci convince le estromettiamo"
Per risolvere il problema De Albertis propone di "garantire ai privati le stesse informazioni su cui possono contare le stazioni appaltanti pubbliche".