Solo ieri vi parlavamo della crisi che sta attraversando la Lombardia dal punto di vista occupazionale, e dell'emergenza fondi per la cassa integrazione. Le richieste per questa misura sono quasi triplicate e sia Governo sia Regione sono in grave difficoltà perchè mancano i soldi per le numerose richieste impreviste di amortizzatori sociali.
Tra gennaio e febbraio in Lombardia sono stati licenziati e iscritti alle liste di mobilità 9.719 lavoratori e le richieste di cassa integrazione delle aziende artigiane con meno di 15 dipendenti sono state 941, per un totale di 8.435 lavoratori. Per quanto riguarda Milano invece ben 3.343 hanno perso il posto tra gennaio e febbraio (+53,56%). La crisi ha toccato 12.700 famiglie.
Il presidente della Provincia Filippo Penati attacca
"Di fronte a una situazione così grave, è sconcertante l'immobilità della Regione"
Il segretario generale della Cisl lombarda, Gigi Petteni, si unisce a quello che diceva ieri Nino Baseotto della Cgil
"Checché ne dica la Regione, i soldi sono finiti e quelli stanziati a Roma non ci sono. Fondi esauriti. Si sta inventando un sistema centralizzato alla faccia del federalismo. Il sospetto è che si usi un surplus di burocrazia per scoraggiare le imprese"
Dal canto loro il governo non ha ancora reso disponibili i 10 milioni di euro stanziati la scorsa settimana e la Regione ha fatto scadere l'accordo che aveva permesso di usare le risorse non spese per la cassa integrazione dei dipendenti di Malpensa per gli altri settori.
La crisi è davvero preoccupante. Ultimi in ordine di tempo sono stati lasciati a casa 150 dipendenti della Metis (su 550), che, come riporta il Corriere, sono diventati "esuberi" dopo aver ascoltato dal computer dell'ufficio un video-messaggio dell'amministratore delegato pubblicato sulla rete Intranet. Si stanno sbizzarrendo anche nelle tecniche di licenziamento.