Sono 12.000 le botteghe e i negozi di Milano che corrono il rischio di non arrivare alla riapertura, e che aspettano con il fiato sospeso quello che succederà dal 27 novembre al 3 dicembre.
Si tratta di negozi e botteghe di prossimità, non alimentari, che sono rimasti chiusi in questo lockdown: abbigliamento, casalinghi, arredamento e altre categorie commerciali tagliate fuori. La riapertura è a rischio per questi negozi, già schiacciati dal commercio digitale e relegati ai margini dell’economia nostrana.
Da qui l’appello del Comune e l’invito ai milanesi di aiutare i negozi di quartiere, scegliendoli per le spese e i regali di Natale. «Rivolgetevi ai negozi sotto casa, agli esercizi di vicinato — dice l’assessore alle Attività produttive, Cristina Tajani — e utilizzate la mappa online del Comune con gli esercizi che fanno consegna a domicilio.
L’appello del Comune di Milano si inserisce nella discussione avviata qualche giorno fa da Confcommercio e dall’Unione del Commercio, che hanno pubblicato un video dove si invitano i consumatori a prediligere il piccolo commerciante per i propri acquisti di Natale.
Marco Barbieri, segretario di Confcommercio commenta così la riapertura a rischio per negozi e botteghe: “L’auspicio è che il Comune faccia seguire questo appello da una forte campagna di comunicazione perché i negozi di vicinato oltre a svolgere la loro funzione commerciale garantiscono una funzione sociale e rendono viva la città”.