Anche il settore della moda è stato colpito dalle nuove misure adottate dal Governo per arginare il Coronavirus.
L’allarme lanciato da Federmoda ha infatti evidenziato la crisi per oltre 12 mila negozi in Lombardia, le cui vendite sono calate oltre il 50%. Se a causare il calo dei profitti è stata l’assenza di turisti e l’aumento dello smart working, si prevede una crisi ancora più accentuata con il lockdown che avrà inizio venerdì 6 novembre.
È stato Renato Borghi, presidente di FederModa Milano e di Federazione Moda Italia-Confcommercio, a lanciare l’allarme sulla crisi dei negozi nel capoluogo lombardo.
“Siamo fantasmi. Sono sotto gli occhi di tutti i gravi danni subiti dai negozi di moda che vivono di collezioni stagionali, ordinate anche otto mesi prima dell’arrivo dei prodotti in store e che hanno investito centinaia di migliaia di euro in merce che, a questo punto e con ogni probabilità, resterà ferma“.
MonteNapoleone District, che rappresenta oltre 130 marchi di lusso del Quadrilatero della Moda di Milano, ha esposto un comunicato contro le misure restrittive adottate per arginare il Coronavirus.
“La chiusura non è la soluzione“, protestano le boutique, lamentado gli investimenti spesi nei mesi scorsi per la “prevenzione e salvaguardia dei consumatori e degli addetti, oltre al contingentamento dei visitatori e turni di lavoro flessibile”.
Il presidente di MonteNapoleone District, Guglielmo Miani, ha auspicato un “ripensamento dei provvedimenti con una strategia e obiettivi che consentano una gestione efficace dell’emergenza sanitaria e tutelino al contempo il sistema di aziende di una Regione nevralgica per l’intero Paese“.