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Chinatown Milano, negozi ancora chiusi: “Costa più riaprire”

La Chinatown di Milano non riparte nemmeno nella fase due: la maggior parte dei negozi rimarranno chiusi almeno fino a giugno.

Quelli di Chinatown Milano sono stati i primi negozi chiusi per l’emergenza Coronavirus e ora saranno gli ultimi a riaprire. La notizia arriva direttamente da Francesco Wu, rappresentante dei commercianti cinesi e membro direttivo di Concommercio Milano-Monza Brianza. Le motivazioni della scelta sarebbero più di una.

Chinatown Milano, i negozi rimangono chiusi

Non solo non hanno ancora riaperto la maggior parte delle attività in zona Paolo Sarpi, ma fanno anche sapere che saranno gli ultimi a farlo. Almeno fino a giugno i negozianti della Chinatown milanese non riprenderanno il proprio lavoro e la prima motivazione è economica. Wu spiega: “C’è il rischio di un ottobre nero con la chiusura anche del 20% delle attività. I costi per rispettare tutte le norme anti-contagio sono molto alti, soprattutto per i ristoranti. Si va verso una estate anomala, in cui verranno a mancare molti turisti: sarà il periodo peggiore. Con questi numeri è impossibile andare avanti”.

Riaprire in questo momento – specifica – a maggior ragione per chi ha del personale, è antieconomico. Costa di più stare aperti. Almeno ora c’è la cassa integrazione che permette alle imprese di resistere di più, anche se i soldi non sono ancora arrivati“. Certo, la crisi non ha colpito solamente i negozi in zona Sarpi, ma a questo si aggiunge la prudenza che caratterizza gli asiatici, come racconta lo stesso Wu. “Molti imprenditori non hanno aperto perché le norme non erano chiare, poi c’è stata anche una retromarcia sulle persone conviventi che a ristorante devono stare a distanza di un metro, come gli altri. Così si fanno le cose all’ultimo, di corsa. Come ci sentiamo tutelati?”. Sarà dura quindi riprendersi dalla crisi sanitaria diventata anche economica. Forse il sindaco Beppe Sala dovrà proporre molti altri pranzi solidali nel quartiere orientale.

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