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Nuovo stadio San Siro, arriva il sì degli industriali: i dubbi dei commercianti

Confcommercio chiede tutele per i negozi di vicinato: gli ambulanti vogliono salvare le bancarelle

Nuovo stadio San Siro: cosa ne pensano industriali e commercianti

Nel corso dell’ultimo incontro del dibattito pubblico sono intervenute Assolombarda, Confcommercio e Apeca, l’associazione degli ambulanti.

San Siro, industriali e commercianti: le richieste

Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, si domanda che impatto avrà la costruzione di un distretto commerciale da 68 mila metri quadrati per i negozi della zona: “È chiaro che una nuova struttura commerciale porterà sicuramente un beneficio in quell’area, ma va capito come preservare le realtà oggi esistenti”. La richiesta? Una fase di ascolto da parte dei club.

Giacomo Errico, presidente di Apeca, a nome degli ambulanti puntualizza: “Nell’area dello stadio ci sono 90 attività di nostri consorziati. Circa 270 famiglie che nella proposta dei club non sono nemmeno menzionate, ma che pagano a M-I Stadio fino a 800 mila euro all’anno”. E suggerisce:tenete conto di queste attività, altrimenti il problema diventa sociale. Non vorremmo ripetere il blocco degli ingressi allo stadio come accaduto in passato”.

San Siro, industriali e commercianti: “Grande operazione win-win”

I club hanno assicurato che, non appena si entrerà nella fase del progetto definitivo, si apriranno le porte del confronto a tutti gli attori coinvolti.

Mark Van Huuksloot, Chief operating officer dell’Inter, sottolinea che il progetto costerà 40 milioni.

Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, sostiene a pieno il progetto: “è una grande operazione win-win per la città che mette insieme gli interessi del pubblico e del privato. La rigenerazione urbana può ridisegnare il volto di un’area in sofferenza con uno stadio moderno, che possa dare energia e forza alle squadre milanesi, che sono un asset economico importante per la città”.

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