E’ stato presentato a Milano il film documentario “Il Mundial dimenticato”, una storia tanto bella quanto, purtroppo, falsa, basata su un racconto di Osvaldo Soriano e dedicata al popolo dei Mapuche sudamericani
Non è un caso che Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni, i due registi del film documentario, o meglio, mockumentary, “Il Mundial dimenticato”, siano entrambi toscani, proprio come gli studenti che realizzarono il clamoroso falso delle teste di Modigliani. E la storia proposta dalla pellicola è assolutamente credibile, oltre che tratta da un racconto di Osvaldo Soriano intitolato “Il figlio di Butch Cassidy”.
Siamo nel 1942 e, mentre l’Europa è sconvolta dalla Seconda Guerra Mondiale, nella Patagonia argentina un ricco conte ungherese rifugiato riesce a organizzare un toreno mai riconosciuto dalla Fifa ma nel quale trovano posto le rappresentative di tante nazioni della terra, con squadre amatoriali ricche di emigranti, operai, minatori, ex cercatori d’oro, rivoluzionari in esilio e arbitri che estraggono il cartellino rosso assieme alla pistola.
E, per l’Argentina, scenderà in campo una selezione del bistrattato popolo Mapuche, che nella finale, sospesa per un diluvio che distruggerà la diga locale, affronterà una squadra tedesca composta da soldati nazisti. Il diluvio interromperà la partita di cui solo alla fine si conoscerà il risultato.
Ma ecco il commento di uno dei registi, Lorenzo Garzella: “Certo ci abbiamo messo, oltre a tanti anni di ricerca, anche tanta inventiva e tanta fantasia, almeno la nostra, per costruire con la fantasia quello che la storia non ci regalava, quindi è un film che gioca molto lasciando allo spettatore il compito di stabilire dov’è il confine fra la memoria e la leggenda, fra la realtà e l’invenzione”.