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Il dibattito sull’illuminazione di Palazzo Marino e la memoria dei fratellini Bibas

Il sindaco di Milano rifiuta la richiesta di illuminare il Comune in onore dei piccoli Bibas

Illuminazione di Palazzo Marino con riferimento ai Bibas
Scopri il dibattito sull'illuminazione di Palazzo Marino e la memoria dei fratellini Bibas.

La richiesta della comunità ebraica

Recentemente, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha affrontato una questione delicata riguardante la memoria dei due fratellini israeliani Bibas, rapiti e uccisi da Hamas. La Brigata ebraica e l’associazione Pro Israele hanno chiesto di proiettare il colore arancione su Palazzo Marino, simbolo dei capelli dei piccoli. Tuttavia, Sala ha risposto negativamente, affermando che non illuminerà il Comune per commemorare i bambini. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito nella città e oltre.

Le parole del sindaco e le reazioni

Il sindaco ha giustificato la sua scelta dicendo: “Ci sarebbero moltissimi motivi per continuare a illuminare il Comune, il problema è tenere posizioni politiche”. Le sue parole hanno scatenato reazioni contrastanti. Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica di Milano, ha espresso il suo disappunto, sottolineando che la brutalità del rapimento e dell’omicidio dei bambini meriterebbe una condanna netta e un’attenzione speciale. Romano ha anche ricordato che eventi simili, in passato, sono stati inizialmente sottovalutati dalla società.

Il contesto internazionale e la responsabilità sociale

Davide Blei, delegato alla comunicazione del Consiglio della comunità ebraica di Milano, ha aggiunto che l’accaduto ha sconvolto l’opinione pubblica mondiale e che la richiesta della comunità è in linea con quelle fatte in altre parti del mondo. La questione dell’illuminazione di Palazzo Marino non è solo una questione locale, ma si inserisce in un contesto internazionale più ampio, dove la memoria delle vittime di atti di terrorismo deve essere onorata. La società ha il dovere di ribellarsi contro l’orrore e di mantenere viva la memoria di chi ha subito ingiustizie.

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