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La pubblicità ingannevole degli screening radiologici sotto accusa

La deputata Ricciardi chiede la revoca dell'accreditamento al San Raffaele per pubblicità ingannevole.

Immagine che illustra la pubblicità ingannevole degli screening radiologici
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La denuncia di Marianna Ricciardi

La questione della pubblicità ingannevole nel settore della salute è tornata prepotentemente alla ribalta grazie all’interrogazione della deputata Marianna Ricciardi, membro del Movimento 5 Stelle e medico. La Ricciardi ha chiesto al ministro della Salute, Orazio Schillaci, di revocare l’accreditamento al San Raffaele per la promozione di screening radiologici che, secondo lei, potrebbero risultare dannosi per la salute pubblica. La deputata ha sottolineato che la prevenzione non deve essere influenzata da interessi economici di gruppi privati, ma deve basarsi su evidenze scientifiche rigorose.

Il caso del “full body scan”

Al centro della polemica c’è la pubblicità di un esame noto come “full body scan”, il quale ha un costo di circa 2.500 euro. Secondo la Ricciardi, tali screening non solo rischiano di essere superflui, ma potrebbero addirittura arrecare danno ai pazienti se non eseguiti su popolazioni selezionate. La deputata ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla mancanza di personalizzazione di questi esami, affermando che non esiste una valutazione adeguata dei rischi e dei benefici associati all’esposizione a radiazioni ionizzanti.

Le implicazioni etiche e legali

La questione solleva interrogativi etici e legali significativi. La Ricciardi ha messo in evidenza come il codice di deontologia medica vieti che l’informazione sanitaria assuma le caratteristiche della pubblicità commerciale. Questo aspetto è cruciale, poiché la salute dei cittadini non può essere messa in secondo piano rispetto a logiche di profitto. La deputata ha anche evidenziato che, secondo l’Ordinanza sulla radioprotezione, ogni attività che comporta esposizione a radiazioni deve essere attentamente valutata per garantire che i benefici superino nettamente i rischi.

Il futuro della prevenzione sanitaria

La questione della pubblicità ingannevole nel settore della salute non è solo un problema isolato, ma rappresenta un sintomo di una crisi più ampia nella comunicazione sanitaria. La Ricciardi ha concluso la sua interrogazione sottolineando l’importanza di una prevenzione basata su evidenze scientifiche e non su esigenze di bilancio di gruppi privati. La salute pubblica deve essere tutelata e le pratiche ingannevoli devono essere fermamente condannate per garantire che i cittadini ricevano informazioni accurate e affidabili.

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