L'associazione Appc critica la proposta di legge che modifica le norme urbanistiche a Milano.
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La legge Salva Milano e le sue implicazioni
La proposta di legge conosciuta come Salva Milano sta suscitando un acceso dibattito tra i piccoli proprietari di casa e le istituzioni locali. Questa legge prevede un’interpretazione “allargata” delle norme urbanistiche, permettendo l’uso della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia) al posto del tradizionale permesso di costruire. Secondo l’associazione Appc (Associazione Piccoli Proprietari Case), questa modifica potrebbe portare a una serie di problematiche legali e sociali, in quanto favorirebbe pochi operatori economici a discapito della maggioranza dei cittadini e dei costruttori che rispettano le normative.
Critiche e preoccupazioni dell’Appc
L’Appc ha espresso le sue preoccupazioni in una lettera indirizzata ai capigruppo del Comune di Milano, sottolineando che la norma creerebbe disparità di trattamento rispetto ad altri comuni italiani. La possibilità di utilizzare la Scia ha già portato alla costruzione di enormi edifici senza il rispetto degli oneri di urbanizzazione, che potrebbero ammontare a centinaia di milioni di euro. Inoltre, l’associazione denuncia che tali pratiche hanno danneggiato i residenti delle aree circostanti, privandoli di spazi verdi e servizi essenziali come marciapiedi e piste ciclabili.
Il rischio di incostituzionalità
Un altro aspetto critico sollevato dall’Appc riguarda il rischio di incostituzionalità della legge Salva Milano. Secondo esperti, tra cui l’ex vicepresidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, la legge violerebbe articoli fondamentali della Costituzione, come quello che tutela il paesaggio. La possibilità di costruire edifici di altezza e volume superiori a quelli circostanti rappresenterebbe una minaccia per l’integrità ambientale della città. Questo solleva interrogativi non solo sulla legittimità della legge, ma anche sulla direzione futura dello sviluppo urbano a Milano.
Una voce per i piccoli proprietari
Enrico Fedrighini, consigliere del gruppo misto a Palazzo Marino, ha commentato l’importanza della posizione dell’Appc, sottolineando che non si tratta di una critica politica, ma di una voce rappresentativa di molti cittadini. La testimonianza dell’associazione evidenzia un modello di sviluppo che, secondo Fedrighini, privilegia i più forti a scapito dei più deboli. È fondamentale, quindi, rivedere le normative urbanistiche per garantire un equilibrio tra sviluppo e tutela dei diritti dei cittadini.