Un'analisi della situazione attuale del centro sociale Leoncavallo e delle sue prospettive future.
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Il contesto storico del Leoncavallo
Il Leoncavallo, uno dei centri sociali più emblematici d’Italia, è nato alla fine degli anni ’70 e ha rappresentato un punto di riferimento per la cultura alternativa e l’attivismo sociale a Milano. Situato in un’ex cartiera a Greco, in via Watteau, il centro ha visto passare generazioni di artisti, musicisti e attivisti. Tuttavia, la sua esistenza è stata segnata da continui tentativi di regolarizzazione e da controversie legali che ne hanno messo in discussione il futuro.
Le recenti dichiarazioni del sindaco di Milano
Mercoledì scorso, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha espresso la disponibilità a tornare al tavolo delle trattative per discutere del futuro del Leoncavallo. “Se il prefetto ci chiamasse al tavolo per ricominciare a discutere, certamente ci siamo”, ha affermato, sottolineando la necessità di trovare una soluzione che possa soddisfare tutte le parti coinvolte. Tuttavia, Sala ha anche riconosciuto che i tentativi passati di regolarizzazione non hanno portato a risultati concreti, a causa di offerte ritenute inadeguate e della resistenza della proprietà.
Le sfide della regolarizzazione
La questione della regolarizzazione del Leoncavallo è complessa e affonda le radici in anni di discussioni infruttuose. Nel 2018, durante la prima giunta di Sala, si era ipotizzato un trasferimento dei diritti di edificazione da via Watteau ad altre aree di proprietà dei Cabassi, ma anche in quel caso non si è giunti a un accordo. Le tensioni politiche, in particolare l’ostruzionismo del centrodestra in consiglio comunale, hanno ostacolato i progressi. La situazione è ulteriormente complicata dalla recente sentenza della Corte d’Appello di Milano, che ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcire la proprietà con 3 milioni di euro per il mancato sgombero dal 2005.
Il ruolo della politica e delle istituzioni
La politica ha giocato un ruolo cruciale nella vicenda del Leoncavallo. Negli anni, diversi esponenti del centro sociale hanno cercato di entrare in consiglio comunale per rappresentare le istanze della comunità. Tuttavia, le divisioni interne e le posizioni contrapposte hanno reso difficile trovare un consenso. La mancata regolarizzazione è stata una delle ragioni che hanno portato alla crisi della giunta di Giuliano Pisapia, con le dimissioni di Lucia De Cesaris, allora vice sindaca e assessora all’urbanistica. La questione rimane aperta e il futuro del Leoncavallo è ancora incerto, con la speranza che le recenti dichiarazioni del sindaco possano riaccendere il dialogo e portare a una soluzione definitiva.