Un migliaio di manifestanti ha sfilato per le strade di Milano, sollevando polemiche e richieste di dimissioni.
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Una manifestazione affollata e colorata
Oggi, Milano ha visto la partecipazione di circa un migliaio di manifestanti in un corteo pro Palestina, un evento che ha attirato l’attenzione dei media e della politica. I partecipanti, armati di cartelloni e bandiere, hanno espresso la loro solidarietà al popolo palestinese, esponendo anche una foto di Yahya Sinwar, il leader palestinese noto per il suo ruolo negli attacchi del 7 ottobre. La manifestazione è stata caratterizzata da slogan forti e chiari, tra cui un appello a replicare le azioni di protesta avvenute ad Amsterdam, dove alcuni tifosi locali hanno aggredito avversari israeliani. “Un applauso ai ragazzi di Amsterdam!”, hanno gridato i manifestanti, incitando la folla a seguire il loro esempio.
Il boicottaggio di McDonald’s
Un momento significativo della manifestazione si è svolto davanti al McDonald’s di largo Cairoli, dove un gruppo di attivisti ha organizzato un boicottaggio contro la catena di fast food. Accusata di fornire pasti gratuiti ai soldati israeliani, McDonald’s è diventata il bersaglio di critiche accese. Un attivista, utilizzando un megafono, ha dichiarato: “Ogni volta che mangiate un panino, mangiate il sangue dei palestinesi”. Questa frase ha suscitato reazioni contrastanti, evidenziando la tensione che circonda il tema del conflitto israelo-palestinese e il ruolo delle aziende nel sostegno a una delle due parti.
Polemiche politiche e richieste di dimissioni
La manifestazione non è stata priva di polemiche, specialmente per la presenza di alcuni esponenti politici. Marco Bestetti, consigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia, ha espresso la sua indignazione per la partecipazione dell’assessore Lorenzo Pacini e del consigliere Alessandro Corti, entrambi del Partito Democratico. Bestetti ha sottolineato che i messaggi di sostegno agli aggressori dei tifosi israeliani, espressi durante il corteo, sono inaccettabili. Ha chiesto una chiara presa di distanza da parte del Partito Democratico e del sindaco Sala, minacciando che l’assenza di dimissioni da parte dei due politici renderebbe evidente una grave corresponsabilità.