La Ztl di San Siro rischia di risultare poco efficace, se non addirittura superflua. Il progetto presentato dal Comune al Ministero è stato respinto e prevede l’autocertificazione per l’ingresso, seguita dalla ricerca di un parcheggio, ma questa impostazione, secondo alcuni esperti, potrebbe compromettere “l’efficacia della Ztl”.
Oltre un milione di euro è già stato investito tra risorse municipali e statali, con telecamere operative da più di un anno. Tuttavia, rimane incerta la tempistica e le modalità di attivazione della Ztl di San Siro, concepita per “salvaguardare” il quartiere e le aree limitrofe al nord come QT8, Lampugnano e Gallaratese dalla solita “invasione” di circa 30.000 veicoli durante eventi come partite e concerti.
Al momento, il Comune di Milano e il Ministero delle Infrastrutture sono coinvolti in discussioni informali riguardo le specifiche della Ztl, con particolare attenzione sul sistema di monitoraggio. L’unico documento ufficiale risale al 2019, ma la delibera menzionava anche questo aspetto, e sarà interessante vedere come evolveranno le cose. È noto che nel frattempo gli uffici comunali hanno sviluppato un’idea parzialmente diversa rispetto a quanto previsto nella delibera. Adesso il confronto tra Palazzo Marino e il Ministero è bloccato su questi dettagli non ufficializzati, che sono di grande rilevanza. MilanoToday è ora in grado di fornire informazioni precise riguardo a queste dinamiche. La delibera del 2019 riguardava anche la prenotazione dei posti auto.
Iniziamo dall’inizio. Nel 2019, la giunta decise di istituire la Ztl, introducendo un’importante eccezione: quella per gli automobilisti che avevano anticipatamente riservato il posto auto, sia mediante prenotazione che acquisto. Si stabilì che i “veicoli con titolo di sosta, diretti verso i parcheggi e le aree designate all’interno della Ztl, avrebbero potuto accedere fino a esaurimento degli stalli”. Ma come accertare se un automobilista ha effettuato l’acquisto o la prenotazione del posto? Il progetto originale della Ztl prevedeva la creazione di una piattaforma per facilitare “lo scambio di dati con i gestori dei parcheggi, interfacciandosi con la prenotazione e/o la prevendita dei titoli” (come indicato nella relazione tecnica associata alla delibera).
Proposta alternativa al Ministero
Inizialmente, i controlli sarebbero dovuti avvenire tramite un sistema informatico, collegando il titolo di sosta alla possibilità di accesso alla Ztl. Tuttavia, durante il dialogo con Roma, Palazzo Marino presentò un’idea differente. I proprietari dei veicoli avrebbero dovuto registrare la targa prima di accedere alla Ztl, e avrebbero avuto 30 minuti per trovare un parcheggio, per poi autocertificare tramite un’app di aver parcheggiato correttamente. Durante quest’operazione, un gruppo di agenti di polizia locale sarebbe stato incaricato di monitorare l’area per scoprire eventuali trasgressori, ai quali sarebbero state imposte due sanzioni: circa 30 euro (da pagare entro pochi giorni, pena un aumento) per aver parcheggiato in modo irregolare e, quindi, circa 80 euro per ingresso non autorizzato nella Ztl.
La proposta presentata al Ministero non ha suscitato favore. Le criticità risiedono sia nella doppia penalità sia nel sistema di autocertificazione, che non collega direttamente l’accesso al possesso di un titolo di sosta. Inoltre, ignora chiaramente quanto stabilito nella delibera del 2019, che chiarisce che devono essere “veicoli associati a un titolo di sosta (…) fino a esaurimento dei posti disponibili”.
Per i casi di deroga “occasionale” (basta registrare il numero di targa)
Ma come si articolerebbe più nel dettaglio la proposta del Comune per il Ministero? MilanoToday ha reperito informazioni precise su quanto ideato dagli uffici di Palazzo Marino. Le auto sono suddivise in tre categorie principali: continuamente autorizzate (con targhe speciali per forze dell’ordine, vigili del fuoco, corpo diplomatico e Croce Rossa), temporaneamente autorizzate (residenti, servizi di emergenza, trasporto disabili e altre varie categorie) e derogate occasionalmente (come quelle dirette allo stadio o a supermercati, strutture sanitarie, scuole, chiese, ristoranti e per visite a parenti o amici).
Le auto con autorizzazione permanente, in particolare le targhe speciali, non necessitano di alcuna registrazione: possono entrare senza essere sanzionate dalle telecamere. Chi ha un’autorizzazione temporanea deve invece registrare la targa, ed è sufficiente fare questo. Infine, chi desidera richiedere una deroga occasionale deve registrare la targa almeno mezz’ora prima dell’accesso e, una volta entrato, ha 30 minuti per trovare un parcheggio. Fatti salvi i successivi controlli a campione da parte dei vigili urbani, si potrà così determinare chi sarà soggetto a multa e chi no.
Ecco come sono progettati i controlli dal Comune. Il primo consiste in un varco di accesso dotato di telecamera: se la targa non è autorizzata (ossia non appartiene a un residente o non è una targa speciale) e non è stata registrata almeno mezz’ora prima, scatta la multa per transito. Successivamente, se durante un controllo in strada l’auto risulta parcheggiata in modo non conforme, si applica la multa anche per la sosta. Nel caso in cui l’auto sia stata registrata, il destino dipende dall’esito del controllo in strada: se parcheggiata correttamente, non ci sono problemi. Tuttavia, se l’auto è in sosta irregolare, verrà sanzionata sia per la sosta sia per il transito precedente, considerato come una “falsa” autocertificazione.
L’effetto della “Ztl” sarebbe dunque annullato. A Palazzo Marino regna il silenzio in attesa che le discussioni possano riprendere, probabilmente affinando la proposta descritta, affinché il Ministero possa approvarla. A chi cerca chiarimenti, ufficialmente si risponde che l’unico documento vincolante risale al 2019, il che è corretto; tuttavia, rispetto alla delibera del 2019, si è perso il collegamento tra l’ingresso e il titolo di parcheggio, optando per la complessa strada dell’autocertificazione, del controllo stradale da parte della polizia locale e di una possibile doppia sanzione.
La differenza è evidente e significativa. Il sistema, come è stato analizzato dall’amministrazione comunale, permette a chiunque di registrare il numero di targa per ottenere una deroga temporanea, facendo così svanire gli effetti della Ztl e mantenendo potenzialmente affollata l’area. Un automobilista, dopo aver registrato il suo veicolo, potrebbe accedere alla Ztl senza ricevere immediatamente la prima sanzione per divieto di transito. Avrebbe quindi una mezz’ora per trovare un parcheggio regolare e, nel caso non lo riesca a fare, avrebbe due opzioni: parcheggiare in modo irregolare (correndo il rischio di ricevere due sanzioni, una per la sosta e una per il transito) oppure lasciare l’area Ztl. Nel frattempo, però, questo automobilista contribuirebbe all’aumento del traffico, proprio l’obbiettivo che la Ztl desidera evitare. “Ripristinare il 2019”.
Enrico Fedrighini, membro di maggioranza, sostiene con determinazione l’implementazione della Ztl di San Siro e propone di ripristinare la delibera del 2019. Secondo la sua idea, ci dovrebbe essere la possibilità di prenotare il parcheggio in anticipo, possibilmente in concomitanza con l’acquisto dei biglietti per eventi sportivi o concerti. I dati forniti dall’assessorato alla Mobilità indicano che all’interno della Ztl ci sono 3.599 parcheggi a pagamento, 384 gratuiti, 2.262 per residenti e 83 per persone con disabilità. Una volta esauriti questi posti, non sarebbe più possibile accedere, contribuendo a contenere l’afflusso massiccio di veicoli durante gli eventi allo stadio. Anche all’opposizione, le critiche non mancano: Marco Bestetti di Fratelli d’Italia esprime un pensiero positivo riguardo alla decisione del Ministero di fermare il progetto, definendo “insano il meccanismo della doppia sanzione e dell’autocertificazione”. Entrambi i politici nutrono anche seri dubbi sulla capacità della polizia locale di mobilitare un numero sufficiente di agenti per multare chi parcheggia in modo irregolare.