Il partito ha parlato di necessità di “sostenere anche il dialetto milanese per non perdere le radici della nostra cultura”.
Ecco cosa è successo.
La Lega Nord non si è lasciata sfuggire questa occasione: sui manifesti del MiTo infatti c’è uno strafalcione in dialetto.
Il Carroccio, riporta il Corriere, ha subito offerto al sindaco di Milano Giuliano Pisapia “consulenze e corsi gratuiti di dialetto”.
Ecco le parole del consigliere comunale leghista Alessandro Morelli:
“Va bene che la Lega ha ottenuto i tagli a MiTo nel bilancio ma se i minori introiti non permettono neppure di avere un consulente di milanese adeguato ci ripensiamo.
Se i manifesti fossero in arabo o in cinese non sarebbero certo stati sbagliati, oltre a rom e scuole arabe forse sarebbe meglio sostenere anche il dialetto milanese per non perdere le radici della nostra cultura”
La frase incriminata è lo slogan “con Brahms, Musorgskij e Ravel al Palasport tutt cos l’è bel”. Il termine corretto sarebbe infatti “tusscoss”.
Gli organizzatori del festival hanno dichiarato:
“Fin dalla prima edizione è stata caratteristica della comunicazione di MiTo prendersi un po’ di libertà e giocare su assonanze e alterazioni grafiche per incuriosire e attrarre il maggior numero di cittadini al mondo della grande musica: non solo con la lingua italiana, ma anche con quella inglese”
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