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Caso Ruby, Silvio Berlusconi a processo il 6 aprile: lo giudicherà un collegio di tre donne

Silvio Berlusconi vivrà il suo peggior incubo, perchè stavolta le donne che avrà di fronte a sè non le può comprare. Il premier infatti, il prossimo 6 aprile alle 9.30, dovrà presentarsi in Tribunale, di fronte a tre giudici (Carmen D’Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri) che dovranno giudicarlo. Tre donne. Ma allora è un davvero una cospirazione contro di lui!

Il Gip Cristina Di Censo ha rilevato “la sussistenza della prova evidente”, e ha deciso per il rinvio a giudizio. Berlusconi è accusato dei reati di concussione e prostituzione minorile nell’ambito del caso Ruby.

Riporta Repubblica:

“Il Gip individua le parti lese nella stessa Ruby, al secolo Karima El Mahroug, marocchina, e nel ministero dell’Interno. Ruby è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi: il premier avrebbe commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il ministero dell’Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato in relazione alla telefonata che Berlusconi fece nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso in Questura a Milano per ottenere il ‘rilascio’ di Ruby, portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto”

Altro che ‘nipote di Mubarak’ e intervento obbligatorio ‘per evitare incidenti diplomatici’.

La situazione si fa davvero spinosissima (indipendentemente dall’esito giudiziario): concedendo il beneficio del dubbio se passerà l’ipotesi che il premier credeva davvero alla parentela millantata da Ruby, e che ha agito di conseguenza, che figura ci facciamo a livello interplanetario con un Presidente del Consiglio che si fa prendere per il naso da una ragazzina assetata di soldi facili?

Se invece si dimostrerà che il premier non ha agito affatto per ‘salvare il Paese’, ma per altri – probabili suoi e personali – motivi, la vicenda prenderà un risvolto altrettanto imbarazzante.

Comunque andrà, povera Italia.

Chissà SuperSilvio come ne uscirà stavolta. Se le dimissioni fossero ‘demodè’ potrebbe sempre optare per il ‘metodo Craxi’. E dato che Tunisia ed Egitto ultimamente sono, diciamo così, un po’ in subbuglio, potrebbe sempre tornare utile l’ ‘amico Gheddafi’. In fondo qualcosa in comune ce l’hanno.

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