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Esondazione del Seveso, si contano i danni: Letizia Moratti chiede lo stato di calamità

Le cose sono due. O Milano è una città particolarmente sfortunata (se nevica nevica troppo e non c’è il sale, se piove tanto non era previsto che il Seveso esondasse, e similari), oppure c’è qualcosa che non torna.

Questa è la città dell’Expo, che vuole altre tre linee del metrò, che addirittura sponsorizza le “vie d’acqua” nel progetto del grande evento che ci attende nel 2015 e basta un nubifragio un po’ troppo abbondante per spazzare via, o meglio, annegare i sogni di gloria.

Non si può credere a notizie come questa. Leggiamo su Repubblica:

“I venti miliardi di lire della legge 428 del 2001 che il governatore Roberto Formigoni nega fossero destinati alle esondazioni del Seveso – e invece a leggere i documenti dell’epoca sembra proprio che lo fossero – sono solo una goccia della pioggia di soldi stanziati per evitare gli allagamenti. I finanziamenti, negli ultimi venti anni, sono molto più cospicui e si avvicinano alla cifra di centocinquanta milioni di euro. Fondi messi a disposizione da vari enti – governo, Regione, Provincia e Comune – ma che non sono mai serviti a risolvere il problema. Così oggi la colpa è della recessione che prima dell’estate avrebbe congelato, secondo il Pirellone, il piano da 33,4 milioni di euro per il raddoppio dello scolmatore di nordovest e per la vasca di laminazione di Senago. Ma è dal 1988, quando era già stato ultimato il primo scolmatore iniziato negli anni Cinquanta, che si susseguono stanziamenti per la bonifica e la messa in sicurezza della rete fluviale che mette a rischio la città e l’hinterland, con esondazioni e paralisi che si ripetono nei quartieri a nord fin dal 1976”

La Moratti ha annunciato di voler chiedere a Formigoni di attivarsi insieme affinché venga decretato lo stato di calamità come riporta il Corriere.

Lo vada a spiegare ai cittadini imbufaliti per i disagi che sono costretti a subìre da lunedì. Per il Codacons sarebbe “scandaloso” chiedere lo stato di calamità naturale “perché se l’esondazione c’è stata la colpa è di quegli stessi amministratori locali che oggi vogliono chiedere lo stato di calamità, traslando sulle tasche di tutti gli italiani le loro responsabilità”.

Se non si allagava la metrò, provocando 70 milioni di danni (e 5 mesi di ritardo per il cantiere della linea 5), qualcuno si sarebbe occupato del problema? Intanto speriamo che Simini abbia ragione.

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