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A Milano prima di Tangentopoli si costruiva "con l'assegno tra i denti". Ma la corruzione c'è ancora, e rimane il pericolo di infilitrazioni mafiose

In principio fu Tangentopoli: il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa, il presidente del Pio Albergo Trivulzio, fu arrestato. Il suo arresto fece partire il più grosso terremoto politico che si ricordi dall'Unità d'Italia: vennero aperte infatti inchieste su inchieste per corruzione, concussione e finanziamento illecito dei partiti.

Questo fatto è stato talmente importante che ha segnato una vero e proprio spartiacque con il passato, tanto che prima di Tangentopoli si parla di Prima Repubblica e dopo di Seconda Repubblica.

Vennero alla luce alcuni sconcertanti malcostumi in campo edilizio, come le mazzette. Malcostumi che sono stati ricordati ieri dal premier, alla presentazione della nuova normativa anticorruzione insieme al ministro per l'Innovazione Renato Brunetta

"Conosco bene il problema… Io smisi di costruire a Milano, perché a Milano non si poteva costruire niente se non ti presentavi con l'assegno in bocca. Questo, per fortuna, avveniva molti anni fa"

Riccardo De Corato ha commentato così

"Che fosse così, mi pare sia stato accertato. Era la politica che faceva da gabelliere, o da tosatore… E poi, soprattutto, c'erano i cartelli di imprese che si mettevano d'accordo. Credo che se qualcosa esiste, passa a un livello funzionariale, molto più basso di quello di allora. La cosa di cui sono fiero è che fino a qualche anno fa interveniva la Guardia di finanza o i pm. Oggi, le operazioni più importanti nascono da segnalazioni dell'amministrazione"

Quindi la corruzione c'è ancora. Ci sono "scambi di favori personali", come dice Basilio Rizzo

"Un esempio tipico è la Cai, in cui concessionari e costruttori tolgono le castagne dal fuoco al premier su Alitalia. Oppure l'Expo: che cosa c'è dietro il fatto che da mesi la situazione non si sblocca per i litigi tra i diversi protagonisti della vicenda?"

E Gianni Barbacetto in un articolo sull' Unità segnalato da Dagospia mette in guardia dal pericolo 'ndrangheta. Ma anche Cosa nostra e Camorra lavorano a Milano. Ma, come vi abbiamo già raccontato, gli allami sembrano cadere inascoltati. Tanto che non c'è ancora una commissione antimafia.

"E la politica? Non crede, non vede, non sente. E quando parla, nega che la mafia ci sia, a Milano. Ha rifiutato, finora, di creare una commissione di controllo sugli appalti dell'Expo. Eppure le grandi manovre criminali sono già cominciate.

Ne sa qualcosa Vincenzo Giudice, Forza Italia, consigliere comunale di Milano, presidente della Zincar, società mista partecipata dal Comune, che è stato avvicinato da Giovanni Cinque, esponente di spicco della cosca calabrese degli Arena […] E Massimiliano Carioni, Forza Italia, assessore all'edilizia di Somma Lombardo, che il 14 aprile 2008 risulta eletto alla Provincia di Varese con oltre 4 mila voti: un successo che fa guadagnare a Carioni il posto di capogruppo del Pdl nell'assemblea provinciale […] Ne sa qualcosa anche Loris Cereda, Forza Italia, sindaco di Buccinasco (detta Platì 2), che non trova niente di strano nell'ammettere che riceveva nel suo ufficio, in municipio, il figlio del boss Domenico Barbaro […] Ne sa qualcosa anche Alessandro Colucci, Forza Italia, consigliere regionale della Lombardia […] Ne sa qualcosa anche Emilio Santomauro, An poi passato all'Udc, due volte consigliere comunale a Milano, ex presidente della commissione urbanistica di Palazzo Marino ed ex presidente della Sogemi […] Ne sa qualcosa, naturalmente, anche Marcello Dell'Utri, inventore di Forza Italia e senatore Pdl eletto a Milano"

Nell'articolo Barbacetto si chiede se per Milano la mafia sia un pericolo

"Qualcuno si è allarmato per questa lunga serie di relazioni pericolose tra uomini della politica e uomini delle cosche? No. A Milano l'emergenza è quella dei rom. O dei furti e scippi (che pure le statistiche indicano in calo). La mafia a Milano non esiste, come diceva già negli anni Ottanta il sindaco Paolo Pillitteri. Che importa che la cronaca, nerissima, della regione più ricca d'Italia metta in fila scene degne di Gomorra?"

Segue poi l'elenco dei morti caduti in Lombardia. E conclude con una considerazione:

"Milano, Lombardia, Nord Italia. È solo cronaca nera? No, Gomorra è già qua. Ma i politici, gli imprenditori, la business community, gli intellettuali, i cittadini non se ne sono ancora accorti"

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