Con la pandemia si è intensificato lo smart working e la paura di tanti commercianti è quella di ritrovarsi una città vuota, così Milano reagisce aprendo più di 70 spazi coworking, le strutture che ospitano gli smart workers, in ambienti sanificati, dove ad ogni utilizzo avviene l’igienizzazione degli spazi ed è previsto obbligo dell’uso dei dispositivi di protezione individuale per chi vi accede.
Il coworking a Milano esiste da un pezzo, uno dei primi è stato Talent Garden aperto nel 2011. E’ indubbio però che con la pandemia lo smart working è aumentato a dismisura, e, verificato da dipendenti e proprietari di aziende, che il sistema è funzionale, è destinato ad aumentare sempre di più. Così Milano risponde alle nuove esigenze dei lavoratori, coloro che animano le strade della città in settimana, soprattutto a pranzo e dopo lavoro, proponendo più di 70 spazi di coworking.
In questi luoghi si cerca di offrire tutti i comfort di un ufficio in azienda, con la differenza però che si ha la possibilità di incontrare non solo i propri colleghi ma persone provenienti da diverse realtà. In questo modo si potranno ampliare le proprie relazioni, magari anche le proprie competenze e i datori di lavoro potranno sicuramente beneficiare della riduzione dei costi dovuti all’affitto di uffici.
Il Comune di Milano, con il sindaco Beppe Sala, da sempre apertamente preoccupato per la ricaduta dello smart working sui commercianti della città, decide di sostenere queste realtà condividendo sul proprio sito l’elenco dei spazi coworking accreditati e mettendo in atto una serie di misure di promozione e supporto a sostegno delle attività, tra cui la concessione di incentivi ai coworkers e l’ erogazione di contributi a favore dei gestori degli spazi.
Chiunque voglia essere inserito nell’elenco del comune e usufruire di questa opportunità, può farlo inviando l’apposito modulo presente sul sito del comune entro il 31 dicembre 2020.