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Benedetta Spadaccini: “L’Ambrosiana è la prima biblioteca pubblica d’Europa”

Benedetta Spadaccini, milanese di adozione, ci racconta com'è lavorare per la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e perché è importante per i milanesi e non.

benedetta spadaccini
benedetta spadaccini

Benedetta Spadaccini è Dottore Aggregato con l’incarico di occuparsi della collezione di Disegni e Stampe della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, fa surf quando può. Milanese di adozione e di attitudine ed infatti svolge un importante compito in una delle più significative ed importanti istituzioni milanesi.

Intervista a Benedetta Spadaccini

Ciao Benedetta, com’è lavorare per la Veneranda Biblioteca Ambrosiana? Raccontaci un po’ l’ambiente dall’interno, visto da un addetto ai lavoro quali sei.

Ciao Franz! Anche dall’interno l’Ambrosiana è un luogo affascinante, le sue collezioni sono incredibili. È gestita da Monsignori, riuniti nel Collegio dei Dottori al quale sono aggregata, persone di grande cultura appositamente selezionate che garantiscono una proposta culturale sempre di alto livello e che – ma non so se posso dirlo – sono terribilmente simpatici. Questi sono affiancati dal personale laico, senza l’aiuto di alcuni di loro non sarei in grado di svolgere il mio compito, mi supportano e sopportano da anni.

Potresti spiegare in poche parole ad un non milanese l’importanza della Biblioteca Ambrosiana?

La Biblioteca Ambrosiana è stata fondata nel 1607 (inaugurata nel 1609) quindi è la prima biblioteca pubblica d’Europa. Chiunque fosse in grado di leggere poteva accedervi liberamente. Dopo alcuni anni, nel 1618, è stata fondata la Pinacoteca e poi, nel 1620, l’Accademia del Disegno. Tre istituzioni che rispecchiavano l’innovativa visione culturale del loro fondatore, il cardinale Federico Borromeo.

Venendo da Reggio Emilia come hai trovato Milano?

Con Milano è stato amore a prima vista. Diciamolo: Milano è una città bellissima. Se hai voglia perderti tra le sue strade e di scoprirla a poco a poco non smette mai di sorprenderti.

Sei arrivata a Milano nel 2006 o 13 anni fa ed in questi anni è cambiata, come percepisci il cambiamento e da cosa?

È cambiata, ma è cambiata in meglio. Sono migliorati i servizi, è più pulita, è aumentata l’attenzione nei confronti delle aree pubbliche. Penso sia sempre di più a misura d’uomo. Anche l’offerta culturale è aumentata, oltreché migliorata. Fra musei, mostre, teatri, librerie, c’è solo l’imbarazzo della scelta, senza contare anche gli eventi gratuiti.

Fai yoga e surf e ascolti r’n’r ed in particolare sei una fan di Lou Reed e dei Velvet Underground pensi che queste cose abbiano influito sul tuo indirizzo scolastico e di conseguenza sul tuo lavoro?

No, non credo, queste cose arricchiscono la mia vita personale. Il mio lavoro consiste nel fare ricerca, quindi studio e scrivo, un lavoro spesso solitario, e le mie passioni mi aiutano a non perdere il contatto con il mondo e a ritrovare l’equilibrio. Oltre a Lou Reed e ai Velvet ci sono anche Bob Dylan, Johnny Cash, Bruce Springsteen, e mi fermo anche se la lista potrebbe continuare, ma soprattutto ci sono anche l’opera e il balletto, che proprio grazie a Milano e alla Scala ho imparato ad apprezzare.

Raccontaci della scoperta che hai fatto circa il San Girolamo

Per preparare la mia mostra ho sottoposto quasi tutti i disegni di Leonardo da Vinci e dei suoi allievi, conservati in Ambrosiana, ad una serie di analisi scientifiche non invasive. Tra questi fogli ce n’è uno che misura circa 4×4 cm, sul quale si intravedono pochi segni, nelle fotografie di inizio Novecento si vede qualcosa di più. È sempre stato catalogato come Uomo seduto e attribuito a Leonardo. Con la fluorescenza ultravioletta è risultata chiaramente visibile la figura di un San Girolamo penitente, inginocchiato e con un crocifisso in mano. Ora alcuni esperti sono incerti rispetto all’attribuzione.

Sicuramente di Leonardo sono invece degli schizzi che ho trovato sul verso di un altro disegno. Si tratta di due piccoli animali, uno stante con le corna e uno in corsa, e alcuni alberi. Inoltre, significative sono le nuove attribuzioni di due disegni ad un artista molto meno conosciuto, noto come Maestro della Pala Sforzesca. Quasi dimenticavo, la mia mostra “Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche” è visitabile in Ambrosiana fino al 12 gennaio!

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