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Irene Pivetti: “A Milano non mancherebbe neanche il mare”

Nell'intervista rilasciata a Notizie.it | Milano, Irene Pivetti racconta la sua città tra ricordi del passato e luoghi storici.

irene pivetti
irene pivetti

Milano è una città che si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Nonostante la lontananza dai luoghi in cui è cresciuta, Irene Pivetti continua ad amarla incondizionatamente: “Solo un pazzo potrebbe odiarla”.

Qual è il tuo luogo nascosto di Milano per fare una passeggiata?

Naviglio Martesana. Senza dubbio. Dall’inizio della passeggiata in Via Melchiorre Gioia, vicinissimo alla “storica” Via Gluck, fino a fuori città. A piedi o in bici non puoi credere quanta tenerezza ispiri la sua lotta per restare bello, sgattaiolando fra Viale Monza, la Ferrovia, gli autobus, magari ecologici, ma mastodontici e sgraziati.

naviglio martesana

Il ristorante dove torni più spesso, quello “del cuore”?

Ahimè non ci torno da tanti, tanti anni, quasi mezzo secolo, anche se incredibilmente ancora resiste, in Via Paolo Sarpi. Prima dell’esistenza di Spontini, c’era già una pizzeria al trancio che faceva esattamente quella stessa pizza alta e non ortodossa. Per me e mia sorella era un segno di festa, qualche volta, poterci andare con la mamma e il papà, o prendere gli involucri enormi e caldissimi, in carta oleata, con sotto un pezzo di cartone, e portarne a casa una gran fetta da mangiare in famiglia.

via paolo sarpi

In quale cinema preferisci andare? Perché?

Non ho molto tempo per il cinema purtroppo, i film in uscita va a finire che li vedo tutti in aereo per la Cina! Chissà, forse nemmeno mi piace troppo il rito della sala buia, una immersione totale nelle immagini e l’impossibilità di interagire, nel frattempo, con quelli che sono con me, ad incominciare precisamente dalle persone con cui sono uscita quella sera. Da piccola, o da ragazza, era diverso, la fonte delle immagini fantastiche era solo quella. Ma oggi, con tutto il digitale che c’è, le visioni colorate ci raggiungono ovunque, e il cinema mi piace di più d’estate, magari, perché no, all’aperto, dove allora la scommessa della bellezza, o dell’avventura, si gioca fra i contorni quotidiani delle case, e le facce e le voci delle persone intorno a me.

Cosa manca a Milano?

Niente che, in un tempo definito, non sia in grado di procurarsi, se decide di farlo così al volo potrei rispondere “il mare”, ma un buon upgrade dell’Idroscalo potrebbe aiutare a risolvere il problema.

idroscalo

Raccontaci un ricordo legato alla tua infanzia a Milano?

Epoca preistorica. Per esempio, non chiudevamo a chiave la porta di casa. E compravamo il vino sfuso dal vinaio, e mia madre mandava giù me a sei anni, a far la strada da sola a restituire i vuoti: un sacchetto di plastica con dentro due fiaschi di vetro impagliati. Vi par possibile? In Piazza Gramsci, che nemmeno era pedonale allora.

Ci sono mille motivi per amare milano. Qual è uno per odiarla?

Se sei completamente pazzo.

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