Conferenza stampa gremita per i Depeche Mode, passati da Milano nel pieno della Settimana della Moda al lussuosissimo Park Hotel Hyatt. ll terzetto Andrew Fletcher, Martin Gore e Dave Gahan stanno scaldando i motori in vista del loro concerto di San Siro del 18 giugno e per l'uscita tra qualche mese del loro nuovo disco "Sounds of the Universe", per ora anticipato dal singolo Wrong (brano che si richiama ai loro brani degli inizi, accompagnato da un video onirico e davidlyncheggiante che ci viene emostrato diverse volte prima dell'inizio della press).
Fletcher non fa nemmeno in tempo a sedersi che subito si impadronisce del microfono e brucia in anticipo molte delle domande che sa gli verranno poste. D'altronde dopo più di 20 anni di carriera si sa perfettamente cosa vogliono sapere e cosa chiedono i giornalisti, siano veterani della professione o siano "novellini": spiega qualcosa della produzione del disco (si sono trovati l'anno scorso, hanno iniziato a registrare il disco e tra poco inizieranno le prove del tour, che li terrà impegnati per quasi un anno) e ci tiene a sottolineare lo stretto legame della band con la nostra città visto che qui hanno registrato alcune delle loro canzoni migliori.
Per loro è un processo molto naturale quello di chiudersi in studio e registrare un disco: nel caso di "Sounds of the Universe" si tratta di un disco molto vario, non solo industrial, ma che abbraccia molti generi diversi, persino il soul.
Si tratta di un disco molto vintage per loro stessa ammissione dato che Martin durante la registrazione si è sbizzarrito su eBay ad acquistare nuovi sintetizzatori, drum machines, chitarre o pedali. Come racconta
"Praticamente ogni giorno arrivavano in studio un sacco di pacchi"
Ma nonostante strizzino l'occhio al passato, loro si sentono sempre gli stessi. Tanto per fare un esempio "la voce di Dave è inconfondibile", è uno dei loro trademark nonostante cerchino sempre di innovarsi.
E, sempre a poposito di Dave, da poco cerca di cimentarsi anche come autore di brani, cosa che aveva già sperimentato con i suoi album solisti. Il fatto che scriva rende la band "molto più unita".
"Mi viene molto naturale scrivere e comporre. Non è stato difficile, non c'è stata separazione tra quello che scrivevo io e quello che scriveva Martin. Lui ha fatto un lavoro incredibile e mi ha dato una mano, non posso certo paragonarmi a lui anche perchè lui scrive una quantità enorme di canzoni. Adesso mi sento come un giocatore che non è più solo in panchina, ma può giocare qualche minuto"
Già che è stato tirato in ballo il calcio viene chiesto ai Depeche come si sentono all'idea di suonare a San Siro (i tre sono anche appassionati di calcio. Martin tiene l'Arsenal, e le squadre inglesi "ve le hanno suonate la scorsa settimana"). Forse non sono abbastanza rock?
"Beh, anche Madonna suona negli stadi e lei non è certo rock. Però noi l'abbiamo già fatto diverse volte in passato. Non ci facciamo più i problemi che ci siamo fatti quando abbiamo suonato al RoseBowl di Pasadena. E' una sfida, noi suoniamo in ogni tipo di situazione"
Sfida che sarà comunque portata avanti con la fida collaborazione di Anton Corbijn (che si occuperà degli aspetti visivi). Che tra l'altro ha firmato recentemente anche la regia di Control, il film sulla vita di Ian Curtis, cantante dei Joy Division, che i Depeche hanno visto e apprezzato anche perchè "era un progetto che Anton sognava di fare da tanto tempo ed è riuscito a portarlo a termine con molta fatica e con molte difficoltà-specialmente economiche".
Sono molte le band che negli anni hanno proposto cover dei brani più celebri come Enjoy the Silence o Personal Jesus. Persino Hilary Duff ha campionato quest'ultimo pezzo nel suo singolo Reach Out. La band ha detto di averlo sentito e di sentirsi molto onorata.
Continuano le domande al terzetto: ci sarà spazio in futuro per un film sui Depeche? Chi lo sa, intanto i tre scherzano su chi potrebbe interpretarli: Kate Winslet, Leonardo di Caprio o Cate Blanchett.
Ultima domanda il cambio di etichetta: la band infatti ha deciso di firmare per la Emi, che nei tempi recenti ha visto molti artisti andarsene dal roster. Loro hanno firmato per un solo disco ma, dopo aver valutato attentamente ogni possibilità, hanno visto il lavoro che è stato fatto con i Coldplay e ne sono rimasti piacevolmente impressionati.
Purtroppo alla fine della conferenza la band "scappa" per impegni collaterali di promozione e non si ferma per il "momento fan" come speravano molti dei presenti, arrivati alla conferenza anche con copie di vecchissimi singoli da farsi autografare. Ci si rifarà la prossima volta.