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Cassazione Rifiuta Ricorso della Procura su Catella e Altri: Ecco Cosa Significa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Milano contro la liberazione di Catella, Scandurra e Bezziccheri.

Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza importante riguardo alla questione degli indagati nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica a Milano. Gli imprenditori Manfredi Catella e Andrea Bezziccheri, insieme all’architetto Alessandro Scandurra, coinvolti in presunti casi di corruzione, hanno visto confermata la loro liberazione dal regime degli arresti domiciliari. Questa decisione arriva dopo che il Tribunale del Riesame aveva già annullato le misure cautelari a loro carico nel mese di agosto.

Il contesto della decisione

La Procura di Milano aveva presentato un ricorso contro la decisione del Tribunale del Riesame, sostenendo che vi fossero ancora gravi indizi di corruzione a carico degli indagati. Tuttavia, la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che la Procura non avesse dimostrato adeguatamente l’esistenza di esigenze cautelari necessarie per giustificare le misure restrittive.

Chi sono gli indagati?

Manfredi Catella è noto per il suo ruolo di amministratore delegato della società di sviluppo immobiliare Coima, un attore chiave nel panorama edilizio milanese negli ultimi venti anni. Alessandro Scandurra, architetto e già membro della Commissione Paesaggio del Comune, insieme a Bezziccheri, socio della società immobiliare Bluestone, sono stati al centro di uno scandalo che ha coinvolto la gestione delle pratiche urbanistiche e la concessione di permessi di costruzione.

Le motivazioni della Cassazione

La decisione della Cassazione non si limita a respingere il ricorso della Procura, ma accoglie anche le istanze difensive relative ad altre misure cautelari imposte a figure come l’ex assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, e ad altri due indagati. La Cassazione ha annullato le misure interdittive, evidenziando l’assenza di gravi indizi che giustificherebbero tali restrizioni.

Il ruolo del Tribunale del Riesame

Il Tribunale del Riesame aveva già esaminato attentamente le prove presentate e, in agosto, aveva motivato la liberazione di Catella, sottolineando la mancanza di elementi concreti a sostegno delle accuse di corruzione. Questa posizione è stata confermata dalla Cassazione, che ha ritenuto che il materiale probatorio non fosse sufficiente per giustificare la detenzione.

Prospettive future per l’inchiesta

La situazione rimane complessa, poiché la Procura potrebbe decidere di proseguire con ulteriori indagini o eventualmente richiedere un processo. La legge prevede che, nel caso in cui la Cassazione si pronunci sulla insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, il pubblico ministero possa essere obbligato a chiedere l’archiviazione. Tuttavia, questa regola è stata considerata incostituzionale in passato. Pertanto, gli sviluppi futuri dell’inchiesta rimangono aperti a diverse interpretazioni.

La sentenza della Cassazione rappresenta un momento significativo nel campo dell’urbanistica milanese, con implicazioni che potrebbero influenzare non solo gli indagati, ma anche l’intero settore immobiliare. Le autorità devono ora riflettere su come procedere, tenendo conto delle decisioni della magistratura.

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