Analisi approfondita della congiuntura economica nell'Alto Milanese per il terzo trimestre del 2025: tendenze, opportunità e sfide.

Argomenti trattati
Il terzo trimestre del 2025 ha rivelato un rallentamento significativo dell’economia nell’Alto Milanese. Questa situazione è stata in parte influenzata dalla pausa estiva, che ha portato a una diminuzione della produzione industriale e del fatturato nelle diverse industrie della regione.
In particolare, nonostante il costo delle materie prime sia rimasto relativamente stabile, i prezzi di vendita hanno mostrato una lieve flessione. Tuttavia, questi fattori non sono riusciti a migliorare la marginalità delle aziende, che continuano a fronteggiare sfide significative.
Produzione e andamento delle vendite
La produzione industriale ha registrato un notevole calo, accompagnata da una diminuzione del fatturato e delle scorte di prodotti finiti. In questo contesto, anche i nuovi ordinativi, sia da parte del mercato interno che estero, hanno mostrato segni di contrazione, specialmente nei settori meccanico e chimico. Al contrario, l’industria della moda ha evidenziato un leggero miglioramento, con un portafoglio ordini nazionale e internazionale più incoraggiante.
Occupazione e investimenti
Dal punto di vista occupazionale, i livelli sono rimasti sostanzialmente invariati, senza segnalare fluttuazioni significative. Tuttavia, guardando agli investimenti futuri, le aziende sembrano divise: circa la metà prevede spese in conto capitale, mentre l’altra metà non ha piani definiti in tal senso. Questa situazione riflette l’incertezza derivante dalle imminenti decisioni della Banca Centrale Europea sui tassi d’interesse.
Prospettive economiche a breve termine
Le aspettative per il prossimo semestre sono caratterizzate da un clima di cautela. Solo il 26% delle aziende intervistate prevede un incremento del fatturato, una diminuzione rispetto al 32% della precedente indagine. La maggior parte delle aziende (56%) si aspetta una stabilità, mentre quasi il 20% prevede una contrazione nelle proprie vendite.
Fattori di incertezza
Tra i fattori che influenzano questa cautela si segnalano la recente tregua tra Israele e Palestina, che ha contribuito ad attenuare alcune delle incertezze geopolitiche, e la riduzione del prezzo del petrolio, che ha abbassato i costi operativi. Tuttavia, le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e la svalutazione del dollaro continuano a rappresentare un ostacolo per l’export, mentre il risparmio precauzionale dei consumatori frena i consumi interni.
Le aziende si trovano ad affrontare un portafoglio ordini in calo, sia per le commesse estere che per quelle interne. Le aspettative a breve termine rimangono prudenti, con una percentuale significativa delle aziende che non prevede cambiamenti positivi nel fatturato.
Nonostante ciò, vi è una certa volontà di investire: circa il 53% delle aziende ha dichiarato di voler effettuare investimenti, sebbene questa percentuale sia leggermente diminuita rispetto all’analisi precedente. La situazione attuale richiede un monitoraggio attento e una strategia mirata per affrontare le sfide che si presenteranno nei prossimi mesi.





