Un'altra drammatica storia di violenza di genere è emersa a Milano, ma grazie all'intervento tempestivo delle forze dell'ordine, la situazione è stata gestita con efficacia, portando a un esito positivo.

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Un nuovo episodio di violenza domestica ha scosso Milano, avvenuto a soli due giorni dal tragico femminicidio di Pamela Genini. La vittima, una donna di 46 anni con un passato come top model, ha vissuto un incubo che ha richiesto l’intervento immediato delle forze dell’ordine.
Intervento tempestivo delle forze dell’ordine
Il 16 ottobre, un amico della donna ha allertato le autorità dopo aver notato che al citofono si sentiva solo il suono ripetuto di chiamate senza risposta. Preoccupato per la situazione, ha contattato il 112, consentendo così alla polizia di intervenire in tempo utile. Gli agenti hanno rinvenuto l’aggressore nascosto nell’appartamento della donna, situato in zona Darsena, e lo hanno rapidamente bloccato.
Le ferite della vittima
Portata all’ospedale Fatebenefratelli, la donna ha ricevuto assistenza medica per contusioni multiple e una costola rotta, con una prognosi fissata a 25 giorni. Le indagini successive hanno rivelato un quadro inquietante di mesi di controllo, minacce e violenze perpetrate dal 31enne, arrestato con l’accusa di stalking e lesioni.
Una relazione tossica
La relazione tra la vittima e il suo aggressore è iniziata nel mese di luglio, ma in breve tempo la situazione è degenerata. La gelosia del compagno si è trasformata in un comportamento ossessivo, che ha portato a un controllo totale sulla vita della donna. Non solo pretendeva di conoscere ogni sua interazione sociale, ma si era anche trasferito a vivere con lei, riducendo drasticamente i suoi spazi di libertà.
Minacce e aggressioni fisiche
Nei giorni precedenti all’arresto, la situazione è ulteriormente peggiorata. Dopo una serie di minacce in cui il compagno prometteva di incendiare la sua automobile, l’ennesima lite è sfociata in violenza fisica. La donna ha descritto agli agenti come l’uomo l’abbia spinta, colpita e persino strangolata, tanto da farle temere per la sua vita.
La verità su un incubo silenzioso
Oltre alle aggressioni fisiche, la donna ha scoperto di aver subito un ammanco di circa 10.000 euro dal proprio conto corrente, sospettando che l’aggressore avesse effettuato bonifici non autorizzati. Sebbene avesse programmato di contattare un centro antiviolenza, la paura l’aveva costretta a rimandare, sentendosi intrappolata nella sua stessa casa.
Solo quando è riuscita a chiudere l’aggressore fuori dall’appartamento in un momento di distrazione, ha potuto finalmente contattare i soccorsi. Nonostante i tentativi del 31enne di forzare la porta, gli agenti sono intervenuti in tempo per evitare il peggio.
Le conseguenze legali
Il 31enne è stato arrestato e condotto nel carcere di San Vittore. Durante l’udienza di convalida, il giudice ha evidenziato la gravità della situazione, ritenendo insufficienti misure cautelari più leggere come gli arresti domiciliari. Ha sottolineato l’incapacità di autocontrollo dell’imputato e la persistente condotta persecutoria che ha causato gravi sofferenze alla vittima.
Il caso, avvenuto in un momento in cui la società è ancora scossa dal femminicidio di Pamela Genini, evidenzia la necessità di una maggiore attenzione verso le situazioni di violenza domestica. Grazie alla prontezza di un amico e all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, l’orrore è stato fermato prima che potesse degenerare ulteriormente. La donna, attualmente assistita, continua a ricevere supporto mentre le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio della vicenda, compresi i movimenti sospetti sul suo conto e la dinamica delle aggressioni.