Il personale della prefettura di Milano scende in piazza per chiedere un cambiamento radicale nelle condizioni lavorative.

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La prefettura di Milano vive una giornata storica nel 2025, segnando il primo sciopero della sua lunga storia. I dipendenti, riuniti in un presidio in largo 11 Settembre 2001, si sono mobilitati per esprimere il loro malcontento riguardo a carichi di lavoro eccessivi, mancanza di ricambio generazionale e una gestione temporanea che si protrae da oltre un decennio.
Le richieste dei lavoratori
Durante la manifestazione, il delegato Andrea Ferraccio ha sottolineato l’importanza di avere un’amministrazione pubblica più moderna e digitalizzata. Le richieste principali includono un alleggerimento dei carichi di lavoro e l’adozione di tecnologie che possano migliorare l’efficienza del lavoro quotidiano. “Oggi siamo qui per chiedere condizioni migliori di lavoro”, ha affermato Ferraccio, evidenziando l’urgenza di un intervento.
Il contesto della protesta
La situazione è ulteriormente aggravata dalla gestione delle pratiche della prefettura di Monza e della Brianza da parte della prefettura milanese, una soluzione temporanea che è diventata una costante negli ultimi dodici anni. Questo ha portato a un aumento della pressione lavorativa sul personale già sotto organico. Come evidenziato in una nota ufficiale della Fp Cgil, questa condizione non è sostenibile e richiede un intervento immediato.
Impatto sul personale
Anna Perillo, delegata Rsu, ha espresso preoccupazione per la mancanza di nuovi ingressi nel personale: “Siamo gravati da una mole di lavoro notevole e non c’è ricambio generazionale”, ha dichiarato. Questo problema è di natura strutturale, poiché Milano non riesce ad attrarre nuovi talenti a causa di stipendi poco competitivi. La situazione attuale sta diventando insostenibile, con un forte rischio di burnout tra i dipendenti.
Le conseguenze della crisi
Il personale della prefettura ha visto una continua erosione delle risorse disponibili, portando a una crescente frustrazione tra i lavoratori. La mancanza di un adeguato supporto e di risorse sufficienti ha generato una spirale negativa che colpisce non solo il morale, ma anche l’efficacia dei servizi offerti ai cittadini. “Questa situazione non può continuare”, ha aggiunto Perillo, evidenziando l’urgenza di una ristrutturazione profonda delle politiche lavorative.
Un momento di riflessione
Ferraccio ha concluso, affermando che questo sciopero rappresenta un momento cruciale: “È una giornata storica per noi. Nonostante le sfide affrontate negli anni, i lavoratori della prefettura non avevano mai sceso in piazza prima d’ora. Questo fa riflettere sulle condizioni che ci hanno portato a questa decisione.”
Le richieste non sono solo un elenco di desideri, ma rappresentano un appello alla responsabilità e al cambiamento. È tempo che le istituzioni ascoltino il grido di aiuto di chi ogni giorno si impegna per garantire servizi pubblici di qualità, affinché Milano possa tornare a essere un esempio di eccellenza nella pubblica amministrazione.