La meritocrazia è una favola che ci raccontiamo. Ma quanto è vera nella pratica?

Diciamoci la verità: la meritocrazia in Italia è un mito. Si è cresciuti con l’idea che, attraverso impegno e dedizione, si possano raggiungere qualsiasi obiettivo. Tuttavia, i dati raccontano una storia diversa. Il re è nudo, e ve lo dico io: non basta essere bravi per avere successo nel nostro Paese.
Secondo il Rapporto sull’occupazione giovanile dell’OCSE, solo il 56% dei giovani italiani ha un lavoro stabile dopo il diploma, mentre la media europea è del 73%. Ci si chiede: cos’è successo a tutti quei talenti? Spesso non basta avere le competenze; contano anche le connessioni e la fortuna.
Inoltre, un’indagine condotta da Eurofound ha rivelato che il 40% degli italiani ritiene che la corruzione sia un fattore determinante per il successo. La realtà è meno politically correct: il sistema è costruito per favorire chi è già dentro, non chi merita di più.
La meritocrazia, come comunemente intesa, si rivela quindi una favola che si racconta per tranquillizzarsi. Se si desidera costruire un vero sistema meritocratico, è necessario abolire le disuguaglianze di accesso alle opportunità. È fondamentale affrontare il problema alla radice.
In conclusione: la meritocrazia in Italia è un’illusione. È necessario aprire gli occhi e comprendere che il talento non è sufficiente; serve un ambiente adeguato per farlo fiorire.