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Minimarket chiusi prima: un passo verso la sicurezza o un’ingiustizia?

Esplora le conseguenze della recente sentenza del TAR sulla chiusura anticipata dei minimarket a Rozzano e il dibattito sulla sicurezza pubblica.

La questione della chiusura anticipata dei minimarket a Rozzano è un tema che divide. Da un lato, vi è chi percepisce questa decisione come un passo necessario per garantire la sicurezza e il decoro urbano; dall’altro, chi la considera una restrizione ingiusta alla libertà commerciale. La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale ha messo un punto fermo sulla questione, ma è fondamentale considerare le sfumature di questa vicenda.

Quando la sicurezza diventa priorità

Il TAR ha respinto il ricorso degli esercenti locali, confermando la validità dell’ordinanza comunale che impone la chiusura dei minimarket alle ore 19.30. Secondo il sindaco Mattia Ferretti, la misura è stata adottata per contrastare il degrado e l’abuso di alcol, fenomeni che spesso sfociano in episodi di insicurezza durante le ore serali. I dati mostrano un incremento degli incidenti legati all’abuso di alcol nelle ore notturne, e questa ordinanza si propone di limitarne l’impatto. Tuttavia, è legittimo chiedersi se sia giusto sacrificare la libertà commerciale in nome della sicurezza.

Nonostante le buone intenzioni, la realtà è meno politically correct. La chiusura anticipata potrebbe portare a una perdita di entrate per i minimarket, già messi a dura prova dalla crisi economica e dall’aumento della concorrenza. Inoltre, si potrebbe creare un effetto boomerang: i consumatori potrebbero rivolgersi a canali non ufficiali per procurarsi alcolici, sfuggendo così a ogni forma di controllo.

Un equilibrio difficile da trovare

La posizione degli assessori è chiara: gli esercenti devono assumersi la responsabilità nei confronti della comunità. Tuttavia, si può obiettare che la responsabilità non dovrebbe gravare solo su una parte, ma piuttosto su un sistema che deve garantire sia la sicurezza che la libertà economica. Se da un lato è comprensibile voler ridurre il numero di episodi di degrado, dall’altro non si può ignorare che tali decisioni potrebbero portare a un’involuzione del commercio locale, penalizzando coloro che operano in modo corretto.

Le amministrazioni comunali, quindi, si trovano a dover bilanciare le esigenze di ordine pubblico con quelle di sviluppo economico. È un compito arduo, soprattutto in un momento in cui la crisi economica colpisce duramente e le famiglie lottano per arrivare a fine mese. La chiusura anticipata dei minimarket potrebbe apparire una soluzione rapida e semplice, ma è davvero questa la strada giusta?

Conclusione: riflessioni scomode

La sentenza del TAR rappresenta una vittoria per l’amministrazione, ma solleva interrogativi legittimi. È corretto sacrificare l’economia locale per garantire la sicurezza? La risposta non è semplice e merita una riflessione profonda. Le città affrontano problemi complessi e non si possono ignorare le conseguenze delle proprie azioni.

È fondamentale riflettere criticamente su queste misure. La sicurezza è essenziale, ma non dovrebbe venire a scapito della libertà e del benessere economico. La strada da percorrere consiste nel trovare un equilibrio che soddisfi entrambe le esigenze, evitando di scivolare verso l’eccesso di regolamentazione e restrizioni.

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