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Reati in crescita sui treni: una situazione insostenibile

La verità scomoda sulla sicurezza sui treni in Lombardia: un'emergenza che richiede attenzione immediata.

Diciamoci la verità: la sicurezza sui treni e nelle stazioni lombarde è in una situazione drammatica, e le istituzioni sembrano girarsi dall’altra parte. Dopo la spaventosa denuncia di un reato sessuale avvenuto nella stazione di San Zenone al Lambro, il consigliere regionale del Partito Democratico, Simone Negri, ha sollevato un grido d’allerta che non può passare inosservato. I dati forniti dalla Polfer sono chiari e inquietanti, eppure l’azione concreta sembra un miraggio. Come è possibile continuare a ignorare un problema così serio?

Un quadro allarmante di violenza e insicurezza

Il re è nudo, e ve lo dico io: nei primi sei mesi del 2025, sono state presentate 2.903 denunce di reati legati a episodi avvenuti su treni e nelle stazioni della regione. Parliamo di oltre 16 denunce al giorno, una cifra che fa rabbrividire. Milano, con 1.881 denunce, rappresenta il 64,8% del totale. E se questo non bastasse, le violenze sessuali denunciate sono ben 24, una media di quattro al mese, con la maggior parte avvenute a bordo treno. Queste statistiche parlano chiaro: non possiamo più ignorare la gravità della situazione. È un problema che tocca da vicino tutti noi, non solo gli utenti del trasporto pubblico.

La realtà è meno politically correct: non si tratta solo di numeri, ma di vite umane e diritti fondamentali. Le donne, in particolare, sono le più colpite da questa ondata di violenza, e questo è inaccettabile. Ogni giorno, migliaia di persone si spostano utilizzando il servizio ferroviario regionale, e non dovrebbero mai sentirsi minacciate. La sicurezza dovrebbe essere una priorità, non una questione da affrontare solo quando accadono fatti tragici. E tu, ti sei mai chiesto se il tuo viaggio in treno sarà tranquillo?

Le istituzioni e la loro inerzia

So che non è popolare dirlo, ma l’inerzia degli assessori regionali ai Trasporti e alla Sicurezza è sconcertante. Lucente e La Russa sembrano più interessati a cavalcare l’onda della paura piuttosto che affrontare la crisi con misure concrete. La propaganda non basta: servono azioni tangibili. Negri, da mesi, denuncia che le stazioni e i treni sono diventati vere e proprie terre di nessuno, e le proposte avanzate dal Pd sono rimaste inascoltate. Ma perché, ci chiediamo, le istituzioni non reagiscono di fronte a fatti così gravi?

La situazione è insostenibile e richiede un cambio di rotta immediato. Il governo regionale non può più ignorare questa emergenza. Se la Giunta di destra pensa di poter continuare a fare propaganda sulla questione senza affrontare i problemi reali, si sbaglia di grosso. A pagarne le conseguenze sono sempre gli utenti, in particolare le donne, che non possono viaggiare liberamente e in sicurezza. È ora di smettere di fare chiacchiere e iniziare a proporre soluzioni concrete.

Conclusioni che disturbano

In conclusione, è chiaro che la sicurezza sui treni in Lombardia è un tema di vitale importanza, eppure continua a essere trascurato. Dobbiamo chiederci: cosa deve succedere affinché le istituzioni si muovano? Quante altre denunce, quante altre violenze devono avvenire prima che si decida di agire? Gli utenti meritano risposte, e non possono più tollerare l’inefficienza di chi ha il compito di proteggerli. Non possiamo rimanere in silenzio mentre la nostra sicurezza viene messa in discussione.

Invito tutti a riflettere su questa situazione e a chiedere conto delle azioni che vengono intraprese. Non possiamo permettere che la tranquillità e la sicurezza dei cittadini vengano messe in secondo piano. È tempo di alzare la voce e pretendere un cambiamento reale, perché la sicurezza non è un optional, ma un diritto fondamentale. È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti!

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