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Prevenzione oncologica: Lombardia amplia gli screening per il 2026

Il 2026 si preannuncia come un anno cruciale per la prevenzione oncologica in Lombardia, con l'ampliamento degli screening e un focus sulla partecipazione.

Diciamoci la verità: in un mondo dove la salute è spesso messa in secondo piano, la Regione Lombardia si sta muovendo per garantire che la prevenzione oncologica non sia solo una promessa, ma una realtà concreta. Con l’approssimarsi del 2026, i programmi di screening per il tumore della mammella, della cervice uterina, del colon-retto e della prostata si ampliano, promettendo di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo queste malattie. Ma siamo certi che questi sforzi siano sufficienti a garantire una reale copertura e partecipazione della popolazione? Questo è il vero punto interrogativo.

La nuova strategia di screening oncologici

Il 2026 segnerà un cambiamento significativo nel panorama della prevenzione oncologica in Lombardia. La Giunta regionale, guidata dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso, ha approvato una delibera che prevede non solo l’estensione degli screening per diverse fasce d’età, ma anche un potenziamento delle strutture e dei servizi offerti. Per le donne dai 45 ai 74 anni, verrà garantita una mammografia annuale per le più giovani e una biennale per le più mature. Un passo avanti rispetto alle raccomandazioni scientifiche, certo, ma ci si può davvero fidare che questa misura avrà un impatto significativo?

Inoltre, lo screening per il tumore della cervice uterina proseguirà con il Pap test e l’HPV test, mentre per il colon-retto il test del sangue occulto fecale resterà un pilastro fondamentale per entrambe le età. Tutto su carta sembra promettente, ma la vera sfida è come si tradurrà questo piano in realtà concreta sul campo. La Regione sta cercando di raggiungere il 70% di copertura della popolazione target, ma storicamente, le fasce più giovani e gli uomini tendono ad essere meno propensi a partecipare. Chi lo dice che le lettere di invito saranno sufficienti per smuovere questi gruppi?

Innovazioni e ostacoli da superare

Una delle novità più significative è l’ampliamento dei punti di distribuzione dei kit per gli screening, coinvolgendo farmacie e centri prelievi. Questo è un passo importante, ma riflettiamo: riusciranno davvero a rendere il servizio più accessibile? La burocrazia e le attese lunghe sono spesso nemici giurati della prevenzione. E sebbene le prestazioni di secondo livello siano garantite senza liste d’attesa, non possiamo ignorare la profonda sfiducia che molti cittadini nutrono nei confronti del sistema sanitario. È un problema culturale e non solo organizzativo.

Il programma di screening per il tumore della prostata, attualmente in fase sperimentale, coinvolge uomini dai 50 ai 54 anni. Ma ci si deve chiedere: perché non estenderlo a tutti gli uomini più anziani o a chi ha familiarità con la malattia? La prevenzione deve andare oltre le mere statistiche; deve considerare la realtà delle famiglie e delle vite che queste malattie minacciano. La digitalizzazione dei servizi è un altro aspetto da tenere d’occhio, ma non basta un software per risolvere anni di omissioni e sfiducia.

Conclusioni che disturbano ma fanno riflettere

In conclusione, la Regione Lombardia sta cercando di fare la sua parte, ma il cammino verso una prevenzione oncologica efficace è ancora lungo e irto di ostacoli. La sfida principale sarà mantenere alta l’attenzione e l’impegno da parte della popolazione, specialmente nelle fasce più difficili da raggiungere. La realtà è meno politically correct: non basta un programma ambizioso per garantire che le persone si presentino. Servono campagne di sensibilizzazione, testimonianze reali, e un coinvolgimento attivo delle comunità.

Incoraggio tutti a riflettere su quanto sia fondamentale non solo accettare le iniziative proposte, ma anche partecipare attivamente, chiedere spiegazioni e, soprattutto, non dare per scontato che il sistema si prenda cura di noi. La prevenzione è una responsabilità condivisa, e non possiamo permetterci di rimanere passivi.

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