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La Russa in tribunale: la difesa dell’onorabilità familiare

Il presidente del Senato chiarisce la sua posizione su Pazzali e la trasmissione Report

La Russa durante l'udienza in tribunale per difesa familiare
La Russa si presenta in tribunale per difendere l'onorabilità della sua famiglia.

Il caso La Russa e le accuse di dossieraggio

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è presentato giovedì 20 febbraio presso il tribunale di Milano per opporsi a una richiesta di archiviazione riguardante una sua denuncia contro la trasmissione Report. La vicenda ha suscitato un notevole interesse mediatico, soprattutto per le implicazioni legate a Enrico Pazzali, titolare dell’agenzia di investigazione Equalize. La Russa ha dichiarato di non aver mai avuto contatti diretti con Pazzali riguardo a questioni legate a suo figlio, sottolineando che le loro comunicazioni erano sporadiche e non riguardavano affari privati.

Le dichiarazioni di La Russa

Intercettato dai giornalisti, La Russa ha ribadito di non aver mai saputo dell’esistenza di un’agenzia di informazione gestita da Pazzali. “Io mi sentivo con Pazzali una volta ogni due mesi”, ha affermato, escludendo qualsiasi possibilità di coinvolgimento in attività di dossieraggio. La sua posizione è chiara: non avrebbe mai potuto immaginare che un personaggio di spicco come Pazzali fosse coinvolto in un’attività di spionaggio. La Russa ha anche chiarito che non ci sono prove di comunicazioni tra lui e Pazzali nei momenti critici legati alla denuncia di stupro che coinvolge suo figlio.

La difesa dell’onorabilità familiare

La Russa ha spiegato che la sua presenza in tribunale non è solo per difendere se stesso, ma per proteggere l’onorabilità della sua famiglia, in particolare quella di suo padre. Ha espresso il suo disappunto riguardo alle puntate di Report che hanno messo in discussione la storia e le origini della famiglia La Russa. “Nella mia lunga carriera non ho mai querelato un giornalista”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza della libertà di stampa, ma sottolineando che in questo caso specifico le affermazioni fatte dalla trasmissione sono basate su documenti e testimonianze la cui veridicità è dubbia. La Russa ha quindi chiesto che venga rispettato il diritto di cronaca, ma ha anche messo in discussione la legittimità delle informazioni diffuse.

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