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Unione Zero è ufficialmente in avvio. Sono iniziate le opere nei cantieri privati. Saranno sviluppati un dormitorio per studenti, un hotel e la torre di Intesa Sanpaolo

La realizzazione del progetto Unione Zero è finalmente partita. Dopo i lavori sulla stazione a ponte e sulla Città della Salute e della Ricerca, il cantiere di via Acciaierie era rimasto inattivo per due anni. Questo ritardo è stato dovuto a una ristrutturazione aziendale di Milanosesto, che ha visto l’ingresso di Coima e Redo, oltre a una ridefinizione nella gestione dei lotti. Ad Hines, insieme a Prelios, è stata affidata l’Unione Zero, che riguarda una superficie di 250mila metri quadri su un totale di un milione e mezzo di aree dismesse.

Ieri, con grande cerimonia, si è svolto un evento per segnare l’inizio dei lavori sui primi edifici privati. Durante l’evento sono stati proiettati video e scattate foto con oltre 300 lavoratori presenti, il tutto mentre si potevano osservare i preparativi per le fondamenta e i parcheggi sottoterra.

Mario Abbadessa, CEO di Hines Italia, ha commentato le difficoltà affrontate: “Nonostante le varie crisi di questi anni, siamo qui a dimostrare che è possibile procedere. Abbiamo affrontato il Covid, conflitti internazionali, l’aumento dei tassi e dei costi, e una nuova ondata di pandemia. Abbiamo avuto ogni genere di ostacolo, ma con un piano industriale condiviso, si può andare avanti; al contrario, senza pianificazione finanziaria, è difficile”.

Il progetto prevede un investimento di 220 milioni di euro e la realizzazione dei primi tre edifici in un arco di 36 mesi. Tra le strutture sono inclusi la torre di Intesa Sanpaolo, che occuperà 48mila metri quadri e accoglierà 5mila dipendenti, oltre ad altri mille in smartworking, un altro complesso di uffici da 45mila metri quadrati che potrà essere affittato anche a più inquilini, e uno studentato di 700 posti. Questi edifici dovrebbero essere completati entro la fine del 2027, quando avrebbero dovuto già essere in costruzione.

Unione Zero rappresenta un importante sviluppo sia residenziale che commerciale, concepito per servire un’utenza di circa 6.000 persone. L’investimento totale, realizzato da Hines e Cale Street, è di circa 600 milioni di euro e si prevede che generi un impatto economico sul territorio di circa un miliardo di euro. Raffaello Ruggieri, chief lending officer di Intesa Sanpaolo, ha rimarcato l’importanza di questo intervento, sottolineando che Sesto San Giovanni necessita di un recupero che vada oltre la semplice rigenerazione urbana, celebrando invece la rinascita di un’area industriale che ha avuto un ruolo di eccellenza nel panorama italiano.

Ruggieri ha inoltre evidenziato il fatto che la sua banca è stata pioniera in Europa nel finanziare bonifiche, e ha citato l’esempio di Harvard come riferimento per i pochi casi simili. Il percorso intrapreso ha richiesto investimenti ingenti, ma il modello sviluppato ha dimostrato di poter essere replicato anche in altri contesti internazionali, suggerendo una potenziale esportabilità.

Tuttavia, il lancio di Unione Zero insieme ad altre questioni irrisolte del comparto e delle ex acciaierie solleva interrogativi. Resta da definire il grande parco urbano, insieme a costi e modalità di governance. Inoltre, devono ancora essere presentati i progetti per la riqualificazione di diverse aree e strutture industriali, come Omec, T3, T5 e Bliss, e rimane aperta la questione relativa al piano di bonifica delle zone non ancora sistemate. In sintesi, il masterplan è assente; la proprietà aveva accennato a una revisione nei mesi scorsi, promettendo un incontro a settembre, ma questo non ha avuto seguito.

Il programma temporale sarà fortemente influenzato dal dialogo con le autorità locali. Intendiamo collaborare con loro per predisporre un ambiente favorevole all’inizio del progetto. Queste le parole di Matteo Ravà, CEO di MilanoSesto (Coima e Redo, ndr).

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