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L’omicidio avvenuto a Rozzano ha portato i genitori di Daniele Rezza, l’assassino che ha confessato, a richiedere misure di protezione

Rozzano (Milano) – I genitori di Daniele Rezza, il 19enne che ha confessato un omicidio, sono stati oggetto di minacce sui social, legate al ruolo che hanno svolto dopo il crimine. Per questo motivo, a loro è stata assegnata una forma di protezione, la Vgr, che prevede pattugliamenti della polizia nella loro zona residenziale durante i turni di servizio. Questa misura risulta piuttosto limitata e, al momento, riguarda solo le minacce virtuali, scaturite dalla “sovraesposizione sui media”. Tuttavia, la protezione dovrà essere ufficialmente approvata dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza della Prefettura milanese.

Ma quale coinvolgimento hanno i genitori di Rezza, attualmente detenuto a San Vittore, nel contesto della sua udienza di convalida? Nelle sue dichiarazioni al pubblico ministero Letizia Mocciaro e al giudice Domenico Santoro, il giovane ha riferito di aver visto il padre al suo rientro a casa dopo il delitto, ma di averlo informato solo il giorno successivo. Nonostante ciò, il padre non avrebbe inizialmente preso sul serio le sue parole, dato che, secondo il legale, Daniele ha avuto problemi di salute sin dall’età di 14 anni. Quando la notizia dell’omicidio è emersa, il padre ha deciso di portarlo alla stazione dei treni, una scelta che ha suscitato l’indignazione della madre di Manuel, la vittima: “Doveva accompagnarlo in caserma, non lasciarlo andare”. Diverse ore prima del crimine, il giovane, già con precedenti penali minori, si era recato con il padre nello studio del suo avvocato, dove era apparso spaventato, indossando un cappellino che copriva il viso, un dettaglio confermato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza.

Qualche ora dopo, la sua vita sarebbe cambiata per sempre, diventando un omicida nel momento in cui incrociò Mastrapasqua lungo il marciapiede di via Romagna a Rozzano. Durante le operazioni di ricerca, sono stati rinvenuti gli stessi pantaloni, già lavati, che erano stati visti addosso alla persona ripresa con un coltello in mano, e quindi confiscati. Inoltre, è stato sequestrato un giubbotto nero, che sembra essere quello indossato nella notte dell’11 ottobre. Nel verbale di Daniele emerge un ulteriore particolare: è stato il padre a liberarsi delle cuffie che il giovane aveva preso da Manuel. “Dopo vari richiami – si legge nel rapporto – il genitore ha indicato ai militari dove aveva gettato le cuffie con cui il figlio era tornato a casa quella sera: si tratta chiaramente di quelle appartenute alla vittima.” Con un velo di tristezza, il pubblico ministero annota: “Le cuffie rinvenute, della marca Music sound, hanno un valore di appena 14 euro.”

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