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Milano si trova in una situazione di stasi dal punto di vista urbanistico: i prezzi degli affitti sono alle stelle e le indagini sui cantieri sono in corso. All’università Statale è stato creato un laboratorio specifico per affrontare questi problemi

Nell’affrontare questioni come l’emergenza abitativa, la gentrificazione e le indagini su violazioni edilizie che hanno fermato i lavori, Milano ha visto nascere l’innovativo “Laboratorio sul diritto delle Costruzioni” dell’Università Statale. Il laboratorio si concentra inizialmente sulla città e sull’etica delle costruzioni con l’obiettivo di generare valore pubblico, cercando di risolvere due problemi principali: il prevenire il declino degli studenti locali e fuorisede a causa degli affitti in costante aumento e la rigenerazione della città attraverso l’impatto sociale dei progetti e normative chiare.

Prima del Laboratorio sul diritto delle Costruzioni, l’Università Statale aveva già sviluppato il suo Centro internazionale sul diritto e il management delle costruzioni. Nel 2016, in collaborazione con il King College, hanno avviato un progetto mirato a identificare le migliori pratiche nel settore edile, come spiega Sara Valaguzza, docente di Diritto amministrativo e direttrice scientifica del Laboratorio. Di fronte alla situazione corrente, si è deciso di allestire un laboratorio di ricerca applicata, per collegare le esigenze delle istituzioni e degli operatori economici, esaminando rigorosamente il diritto per rimuovere incertezche interpretative e fornire linee guida.

Valaguzza conferma che il drasticamente calo nell’industria edile è un fatto indiscutibile, con una diminuzione del 50% nella costruzione di nuovi edifici e più di 20 milioni di euro meno di tasse di urbanizzazione raccolte dal Comune rispetto alle previsioni. Secondo la docente, la soluzione non risiede nella politica, ma piuttosto nei metodi tecnici: è necessario fornire strumenti politici per evitarne il rischio amministrativo e ripristinare l’importanza del bene pubblico.

Stiamo cercando di rispondere alla sfida del fabbisogno abitativo attraverso studi approfonditi per migliorare la cooperazione tra settore pubblico e privato, e modificando il meccanismo delle convenzioni. È essenziale per una metropoli come Milano valutare l’effetto economico e sociale dei nuovi progetti, prima, durante e dopo l’implementazione, altrimenti l’esigenza reale delle zone cittadine potrebbe non essere soddisfatta.

Prendiamo ad esempio aree come Isola, Porta Nuova e Tortona – un tempo zone industriali o non considerate molto desiderabili, adesso sono tra i distretti più richiesti per via delle infrastrutture e dell’espansione immobiliare. Il degrado è stato ridotto, ma i costi sono diventati più alti e alcune fasce della popolazione sono state allontanate: stiamo esaminando possibili strategie per contrastare queste tendenze. “L’Università Statale può apportare una forza significativa grazie alla disponibilità di esperti in vari campi come giuristi, economisti, architetti e psicologi sociali,” afferma la direttrice del Construction Law Lab.

Il primo “taccuino” si concentra sull’etica delle costruzioni: “L’etica deve essere applicata sia dalle istituzioni che dagli operatori del mercato. Dobbiamo sviluppare un sistema di contratti di costruzione basato sulla collaborazione, che tenga conto degli aspetti ambientali e sociali legati alla costruzione stessa.” Il laboratorio non si rivolge solo alla città ma anche alla sua periferia e più in là: “Occorrono soluzioni congruenti e una nuova mappatura geografica”. È stato creato un Atlante per la Rigenerazione Urbana, con una mappa digitale che viene costantemente aggiornata con i progetti in corso: l’obiettivo è convertirlo in un atlante dinamico che evidenzi i risultati di ciascuna iniziativa, incorporando fattori sociali, ambientali ed economici. Si presta attenzione anche alle aree che la Statale sta trasformando: “Per quanto riguarda il campus Mind, stiamo pensando a un contratto di costruzione collaborativo per stabilire obiettivi che rispondano soprattutto alle necessità degli studenti: non basta costruire semplici edifici”.

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