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Il “Grido interiore” di Munch si trova a Milano, esposto al Palazzo Reale, dove esplora le profondità dell’anima

Milano, 13 settembre 2024 – Una esperienza potente che stimola le profondità dell’anima, evocando interrogativi sulla vita, sulla sua natura tragica e finita. Mentre guardiamo, osserviamo immagini impregnate di sofferenza e desolazione, ma anche colme di amore e del mistero dell’esistenza. Dopo un’assenza di 40 anni, una grande retrospettiva che celebra Edvard Munch è stata inaugurata a Palazzo Reale a Milano, esponendo cento opere di intenso impatto emozionale dal 14 settembre al 26 gennaio 2025. L’esposizione è stata promossa dall’ufficio di Cultura del Comune di Milano, con il sostegno del Ministero della Cultura e dell’Ambasciata Reale di Norvegia a Roma, ed è stata prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo. La mostrà è curata da Patricia G. Berman, una delle maggiori esperte mondiali dell’opera di Munch, e mette in luce l’intero universo di Munch, la sua vita e la sua creazione artistica. Munch scrisse nei suoi diari degli anni ’30: “Attraverso la mia arte ho cercato di capire la vita e di aiutare gli altri a capire la propria”, ed è questo il messaggio dell’esposizione. Le opere esposte includono una delle versioni litografiche de ‘L’Urlo’ conservate a Oslo, ‘Amore e dolore’ (anche noto come ‘Il vampiro’), ‘La morte di Marat’, ‘Notte stellata’, ‘Le ragazze sul ponte’, ‘Malinconia’ e ‘Danza sulla spiaggia’. L’esposizione comprende anche i famosi visi senza espressione, i paesaggi piene di ansia e il vivace uso del colore, che trasmette il disagio esistenziale che ognuno di noi prova.
L’angoscia dell’esistenza umana.

“L’esibizione era attesa con grande impazienza da tutti – afferma Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura di Milano – e noi abbiamo operato con indefessa applicazione e fervore. Funziona come una gemma preziosa, un capolavoro che ci fa esplorare gli stadi dell’esistenza e le manifestazioni di questa leggenda dell’arte, dalle sue opere più celebri alle creazioni meno conosciute al pubblico mondiale. Questa iniziativa è la concretizzazione di un grande desiderio. L’artista norvegese di fama mondiale, visto come un pioniere dell’espressionismo e uno dei primari simbolisti del XIX secolo, ha illustrato il conflitto e l’ansia dell’uomo riflettendoli in opere d’arte di portata universale”. “Un grande urlo di felicità”

“Per noi, il grido interiore è una manifestazione di felicità intensa,” afferma Johan Vibe, l’ambasciatore norvegese in Italia. Continua dicendo che l’Italia ha un’affinità con Munch, un’osservazione che, sebbene nota, viene riaffermata dalla reazione alla mostra di Milano. Vibe inoltre evidenzia l’importanza dell’arte come mezzo di collaborazioni culturali, che sono state potenziate dalla mostra.

Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, sottolinea l’importanza fondamentale del colore nell’esposizione. “Abbiamo cercato di esprimere i significati simbolici e l’essenza dei colori utilizzati da Munch,” dice Piraina. Spiega inoltre come Munch sia un pilastro della modernità. Ricordando una mostra del 1986 che ha visitato, he nota come Munch, allora relativamente sconosciuto in Italia tranne che per un piccolo gruppo di appassionati e critici, sia ora un artista molto apprezzato. Piraina lo definisce un artista profetico, le cui rappresentazioni assolute e universali della vita sono impossibili da ignorare in quanto ci riguardano direttamente.

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