L’entità del rincaro non è ancora stata determinata con certezza e si parla di 10 centesimi o più, ma per il momento è ancora tutto da definire.
Regione Lombardia ha già approvato l’aumento dei prezzi di ATM, ma Palazzo Marino si oppone con tutte le sue forze.
Nella giornata di ieri c’è stata l’assemblea dell’Agenzia del trasporto pubblico di bacino della Città metropolitana di Milano, Monza, Brianza, Lodi e Pavia e ancora nulla di fatto, niente è stato deciso. Le decisioni sono state rimandate a fine mese o inizio settembre, quando verrà riaperta la metro M2, così che si possa valutare l’entità del rincaro per i vari enti.
Tra Palazzo della Regione e Palazzo Marino è un continuo litigare con accuse reciproche, perché nessuno dei due vuole assumersi la responsabilità di aver aumentato il prezzo dei ticket, scatenando il malcontento cittadino.
Attilio Fontana ha approvato la delibera in merito all’adeguamento delle tariffe per i servizi di trasporto pubblico locale regionale e locali per il 2023, in data 10 luglio scorso.
Ovvero, ha stabilito che i prezzi devono essere adeguati in base agli indici Istat. Una manovra obbligata, prevista nel regolamento regionale del 10 giugno 2014 n. 4, che impone che le tariffe dei mezzi pubblici devono essere adeguate annualmente a partire dal 1 settembre.
Va tenuto comunque conto che in base al regolamento, gli aumenti sono dovuti e normati alle società di trasporti. Se gli aumenti non vengono approvati, l’ente titolare del contratto dovrà compensare il servizio a favore dell’azienda di trasporto.
Ciò significa che, se il Comune non autorizzerà l’aumento dei costi dei Ticket, dovrà pagare Atm per compensare il mancato aumento.
Il Comune chiede, tuttavia, a Stato e Regione di farsi carico dell’aumento dei costi.