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Nella giornata di martedì 18 gennaio, il personale Sea degli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa incrocerà le braccia per 4 ore, dalle ore 12 alle 16.
La protesta è stata proclamata da Ors Cub Trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. Nel corso della manifestazione si svolgerà un presidio sotto la palazzina uffici di Linate.
I sindacalisti hanno spiegato in una nota che lo sciopero è stato indetto “contro lo smembramento dell’azienda e l’esternalizzazione dell’Ict da parte di Sea e dal suo maggior azionista il Comune di Milano, foriero di ulteriori espulsioni di lavoratori dal perimetro di Sea; contro la logica di espulsione di tutte le attività non considerate di core business dagli aeroporti, con l’unico obiettivo della compressione dei costi, a discapito della qualità dell’occupazione, dei valori identitari e dei diritti dei lavoratori, che andrebbero a peggiorare con questa operazione di svendita.
Ribadiamo la nostra ferma contrarietà a qualsiasi percorso di questo tipo e pertanto chiediamo a Sea e al Comune di Milano di interrompere questa iniziativa, aprendo al dialogo con le organizzazioni sindacali“.
Milioni di euro persi e ricavi che precipitano. L’aumento dei contagi riduce ancora una volta il traffico aereo. Il sistema aeroportuale milanese, a seguito della ripresa autunnale, aveva registrato “un -38%, rispetto a -85% dell’inverno 2021”.
Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, ha sottolineato: “ritorno ai numeri pre-covid solo tra il 2024 e il 2025“.
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