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I saldi invernali, iniziati il 5 gennaio, nei primi tre giorni hanno registrato un +10% di fatturato rispetto al 2021.
Deludente il weekend dell’8 e 9 gennaio. Il presidente della rete associativa vie della Confcommercio milanese, Gabriel Meghnagi, afferma: “Sabato e domenica è stato un vero disastro. Siamo partiti benissimo, ma sabato è stata una giornata mediocre, altamente sotto le aspettative, e domenica proprio un disastro“. Sicuramente, il freddo pungente non è stato affatto favorevole, aggravando in parte la situazione.
Tra le cause del rallentamento dello shopping si riscontra la risalita dei contagi. Meghnagi annuncia: “Pur se in forma meno grave rispetto allo scorso anno, la ripresa dei contagi mette paura ai clienti, che principalmente evitano i centri commerciali“. L’ulteriore causa? La partenza ritardata dei saldi. “Iniziarli il 5 gennaio fa perdere le giornate del 2, 3 e 4 gennaio, in cui Milano è piena di gente. In quei giorni nessuno compra a prezzo regolare, dunque soffrono i piccoli e vincono i grossi, anche attraverso la comunicazione via mail a tutti i contatti registrati, che riescono a fare i pre-saldi”.
Pertanto, sembrerebbe che i clienti spendano il loro budget nei giorni antecedenti ai saldi, a causa di chi concede pre-saldi -pratica vietata- facendo perdere l’incasso a tutti gli altri.
I commercianti sottolineano l’esigenza di far partire i saldi in data 2 gennaio: “La stessa dinamica si tornerà ad osservare d’estate, quando i saldi iniziano il primo sabato di luglio: tanta gente sarà già via e avrà comprato l’estivo con i pre-saldi a giugno”.
Tra le aree della città più frequentate emergono corso Buenos Aires, Galleria Vittorio Emanuele II e via Torino. Riscontri positivi anche per via Belfiore e corso Ventidue Marzo. L’abbigliamento donna è senz’altro la categoria che fa registrare i migliori incassi, seguito da intimo, calzature, bambino e per ultimo l’abbigliamento uomo. In risalto anche la piccola pelletteria.
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