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Il cuore della zona Garibaldi-Corso Como torna a vivere.
Tornano gli aperitivi all’aperto dal Radetzsky all’Ice Bound per la gioia di milioni di persone: brindisi e saluti riportano un senso di normalità.
Lo spazio all’aperto fornito di tavolini, caratteristico di bar e ristoranti -ormai denominato dehors– viene preso d’assalto insieme a marciapiedi e portici, in corso Garibaldi.
C’è chi dice che dovremmo prendere spunto dagli inglesi, che, nella loro rainy London, riescono a conciliare le attività outdoor anche con un clima decisamente poco primaverile, talvolta guastafeste, senza la necessità di portarsi a dietro l’ombrello.
Per la ripartenza del settore della ristorazione è fondamentale, momentaneamente, la consumazione all’esterno.
La movida di Milano in pub e ristoranti, è sempre stata resa possibile grazie all’impegno, alla forza di volontà e creatività di giovani pronti ad accaparrarsi il maggior numeri di clienti nel minor tempo possibile.
Giovanni, cameriere del ristorante-pizzeria Rocking Horse esprime la sua: “Corso Como è sempre stata piena di persone, ora invece se il meteo non è favorevole si vedono meno volti in giro.
Il punto è che un 40 per cento dei clienti era rappresentato dagli stranieri“.
Passaparola ad un ragazzo in Corso Como, che per incentivare la consumazione nel locale in cui lavora, distribuisce volantini ai passanti “Non c’è nessuno”.
Frustrazione e delusione prendono il sopravvento nel vedere una Milano svuotata dal turismo e sotto un clima poco favorevole per l’outdoor.
Salvatore Sbarra, proprietario di Taglieri e Bicchieri, in via Anfiteatro, dietro corso Garibaldi esprime tutto il suo disappunto “Dopo un anno trascorso così, mandare via la gente a una certa ora non fa piacere” proseguendo “A noi hanno concesso gli spazi durante l’emergenza Covid.
Vedremo quali saranno le scelte del Comune per i prossimi mesi. Di sicuro, anche quando usciremo dalla pandemia le persone continueranno a voler stare all’esterno. Ormai è una consuetudine che si è conficcata nel nostro cervello e che sarà difficile da eliminare”.
Lo chef del ristorante Rovello 18, in via Tivoli, Michele De Liguoro, invece, non stravede per i dehors; spiegando che la sua clientela si divide in due gruppi: quelli preoccupati per il Coronavirus, che preferiscono mangiare e bere fuori, e quelli che invece preferiscono i posti al chiuso.
“Quando si tornerà alla normalità, noi terremo soltanto pochi coperti all’aperto” illustrando i benefici dell’indoor “aria condizionata, niente zanzare, niente smog, niente rumore delle auto che ti passano accanto “. Cresce il rammarico del brutto tempo “Ogni sera fa freddo, oppure piove, oppure c’è vento. Peccato, le richieste non mancano, siamo costretti a dire troppi no perché non ce la facciamo a servire tutti” .
Dal 1° giugno, si potranno sfruttare gli spazi chiusi sia a pranzo che a cena.
L’augurio per la città milanese è la permanenza dei propri cittadini a rimanere ancora un po’ in città, attendendo agosto per mete marittime.
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