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Nella Fabbrica del Vapore di Milano l’associazione Il Tempio del Futuro Perduto invita a fare rete per studiare il futuro di questo spazio che ormai da un anno è diventato un esempio tangibile della cittadinanza attiva, e dall’associazione sembra essere nato un vero e proprio movimento fatto per i giovani dai giovani.
Ecco di cosa si tratta.
Nella Fabbrica del Vapore di Milano si pensa al futuro di questo posto e in generale di Milano. Un’attività che in realtà si porta avanti già da un anno, da quando l’associazione Il Tempio del Futuro Perduto ha occupato questi spazi per avviare attività che potessero in qualche modo aiutare i cittadini.
È nato così il muro della gentilezza, che ha aiutato tante persone soprattutto in un anno difficile come quello passato segnato dall’arrivo improvviso della pandemia, come pure si sono realizzate tante attività culturali come corsi di pittura, mostre, che hanno trasformato la Fabbrica del Vapore in un centro multidisciplinare e polifunzionale a forte impatto sociale.
Ora però si vuole fare di più.
Il 10 aprile si è tenuto infatti una riunione, online, che ha coinvolto associazioni del territorio, molte delle quali formate da under 35, e tante persone tra cui artisti, promotori culturali, influencer, che hanno immaginato la “Città dei giovani”, un nuovo progetto da proporre al Comune di Milano affinché questo posto possa restare in vita e continuare, migliorandosi, a dare sempre di più alla cittadinanza. Il progetto è stato poi sintetizzato e consegnato al Comune di Milano il 19 aprile.
Da questo incontro sembrerebbe che però il potere del progetto sia andato ben oltre le aspettative. “L’obiettivo a medio termine è quello di creare una lista civica che si presenti in maniera indipendente alle elezioni comunali di settembre/ottobre 2021 con il fine di rendere reali le politiche giovanili in questa città” scrivono dal Tempio del Futuro Perduto. A tal fine seguiranno dal 7 al 9 maggio nuove tavole rotonde aperti a tutti per delineare ancora di più il progetto della “Città dei Giovani”.