Imprenditori e ristoratori, ma anche sovranisti e gilet arancioni, avrebbero dovuto ritrovarsi tutti insieme in corteo al grido di “Stop alla dittatura” per protestare contro le restrizioni imposte dal Dpcm del presidente del Consiglio Conte e avallate dall’intero esecutivo, ma alla fine la manifestazione è stata bloccata dalle forze dell’ordine, che hanno fermato un gruppo di una ventina di automobili dirette verso la sede della Regione Lombardia.
Il corteo era stato organizzato dal Movimento Imprese Italiane e avviene pochi giorni dopo gli scontri di corso Buenos Aires avvenuti lo scorso martedì 27 ottobre sempre in protesta contro la chiusura di ristoranti e attività commerciali.
Le automobili dei manifestanti si erano riunite lungo viale Fulvio Testi con l’intenzione di dirigersi verso la sede della Regione Lombardia a Milano. I partecipanti sono stati però bloccali dalle pattuglie della Polizia di Stato, che è intervenuta stroncando il corteo sul nascere. In corrispondenza di Sesto San Giovanni si sono creati inoltre forti rallentamenti al traffico veicolare proprio a seguito della presenza dei blindati della polizia.
Oltre agli organizzatori del Movimento Imprese Italiane, in strada avrebbero dovuto scendere anche diversi rappresentanti della galassia sovranista italiana, tra cui Gilet Arancioni Lombardia, Anime Bianche, Unità Nazionale, Ultimi Sovrani, “Io sto con Paolo Polli”, Federazione Popolo Sovrano, ReopenMilano, ResistenzaRibellioneRinascita, Taxi Milano, Ristoratori Uniti Milano, Reset, Italia Sovrana. Poche ore prima tuttavia, la Questura di Milano ha diffidato gli organizzatori dal proseguire con la loro protesta, dato che questa è stata indetta esclusivamente online e senza alcun preavviso alle autorità competenti.
Nel manifesto di convocazione del corteo, che avrebbe dovuto partire da viale Fulvio Testi all’angolo con via Clerici, nel comune di Bresso, si leggeva infatti che la manifestazione: “Intima al Governo Conte: l’annullamento del Dpcm del 25 ottobre che impone obblighi di chiusura e limitazioni a migliaia di attività commerciali e provocherà il dissesto economico/sociale e milioni di disoccupati. L’annullamento immediato di dello stato di emergenza nazionale e dei protocolli emergenziali.
L’annullamento immediato dell’obbligo di coprifuoco”.
Lo stesso portavoce del Movimento Imprese Italiane Alessandro Condò aveva inoltre spiegato: “Questa situazione riguarda indistintamente tutti coloro che lavorano ed hanno delle attività. Non si possono creare fazioni politiche, siamo tutti coinvolti e vittime di una situazione mal gestita e poco chiara sin dall’inizio che, in questo momento, palesando i suoi limiti e le cui conseguenze negative è deleterie sono sotto gli occhi di tutti”.