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Protesta sotto la sede di Regione Lombardia: “Lasciateci manifestare”

Centinaia di manifestanti hanno dato origine ad una protesta sotto il palazzo di Regione Lombardia: molti i momenti di tensione con la Polizia.

Protesta regione Lombardia

Nel pomeriggio di mercoledì 27 maggio 2020 ha avuto luogo una protesta fuori dal palazzo di Regione Lombardia ad opera dei sindacati di base e dei centri sociali per chiedere spiegazioni riguardo la gestione dell’emergenza sanitaria ad opera dell’amministrazione.

Protesta sotto Regione Lombardia

Dopo aver composto la scritta umana “Commissariamento“, i manifestanti schierati avrebbero voluto dare inizio ad un corteo e non soltanto ad un presidio come attualmente stabilito dalle misure di sicurezza anti coronavirus. I presenti erano circa seicento e al grido di “voi siete onesti fateci passare, abbiamo il diritto di manifestare” hanno tentato di dare avvio alla mobilitazione creando un grande assembramento dove non sembrava rispettato il distanziamento interpersonale.

Davanti a loro cordoni di Polizia e Carabinieri hanno inizialmente impedito che si mobilitassero. Anche coloro che hanno tentato di muoversi verso via Melchiorre Gioia sono infatti stati bloccati nuovamente dalle forze dell’ordine dopo un centinaio di metri. Ma i manifestanti, non disposti a rinunciare al corteo, hanno invertito la direzione di marcia percorrendo le vie intorno al palazzo della Regione. Tra i cori intonati “Fontana attento, ancora fischia il vento” e “Il virus é il profitto“.


Tante le bandiere presenti in piazza: Cobas, Fronte popolare, Cub, Rifondazione Comunista e Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) che ha rivendicato la scritta “Fontana Assassinocomparsa in zona Crescenzago e considerato una delle minacce che hanno spinto la Prefettura di Varese ad assegnare la scorta al governatore. Gli organizzatori hanno così spiegato le ragioni della loro protesta: “Chiediamo spiegazioni dei tagli alla sanità, della sicurezza sul lavoro, dei tamponi non fatti. Fontana ha giocato sulla vita di migliaia di persone“.

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