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Milano è la città in cui si vive meglio, ma l’aria è irrespirabile: la polemica

Nonostante il titolo di città in cui si vive meglio nel 2019, a Milano l'aria sta diventando irrespirabile e le polemiche aumentano.

inquinamento milano
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Milano era stata decretata nel 2019 la città italiana in cui si vive meglio e aveva superato persino i capoluoghi trentini. Il titolo aveva attirato ancora più turisti che hanno fatto registrare numeri record di visite durante tutto l’anno. Ma l’inquinamento che sta invadendo il capoluogo lombardo negli ultimi giorni sta rendendo l’aria irrespirabile. Il primato di città più vivibile in termini di aria pulita, quindi, potrebbe passare a un’altra provincia italiana. Nel frattempo, aumentano le polemiche sull’operato del Comune.


Milano, l’aria è irrespirabile

Non solo Milano, ma anche altre città italiane hanno dovuto fare i conti con l’inquinamento: gli alti livelli di Pm10 stanno rendendo l’aria irrespirabile. Nel capoluogo meneghino, infatti, il sindaco ha disposto una serie di interventi per mantene il primato di città in cui si vive meglio (ottenuto nel 2019). Primo fra tutti il blocco totale del traffico disposto per domenica 2 febbraio. “Non è che una giornata di blocco cambi la situazione – ha voluto sottolineare Beppe Sala -, ma una domenica in cui si usa la bicicletta male non fa”.

I dati e le analisi effettuate a Milano, rivelano che la situazione sta peggiorando e questo potrebbe significare la perdita del titolo di migliore città per vivibilità. Infatti, nel 2019 il capoluogo lombardo si è piazzato al secondo posto per i livelli di Pm10 registrati nell’aria. Un primato che non fa onore. Inoltre, negli ultimi 10 anni i residenti e i cittadini milanesi hanno respirato aria inquinata e malsana per quasi 2 anni e mezzo. Le malattie respiratorie, infine, sono in aumento soprattutto tra bambini e anziani.

Blocco auto: scontro Regione-Comune

Per migliorare la situazione inquinamento a Milano, Beppe Sala consiglia di spostarsi con i mezzi pubblici, prendere la bicicletta e ridurre i riscaldamenti in negozi e abitazioni. Tutto questo, però, pare non bastare. Così, il sindaco di Milano in accordo con il Comune ha disposto per domenica 2 febbraio il blocco totale del traffico, scatenando uno scontro con la Regione. Stop alla circolazione delle auto dalle ore 10 alle ore 18 è la proposta del Comune mentre la Regione frena all’iniziativa. Il testo (presentato dalla Lega), infatti, “impegna il Presidente e la Giunta regionale a chiedere al Comune di Milano di non bloccare per domenica 2 febbraio le auto Euro 5 e 6”. A favore della proposto si è schierato tutto il centrodestra, mentre il Pd ha fatto opposizione.

Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd, a tale riguardo, ha voluto ricordare la situazione in cui si trova Milano: “Secondo i dati di Inemar-Arpa di Regione Lombardia, il Pm10 a Milano è prodotto per il 44% dai veicoli, per il 24% dal riscaldamento e dal 18% dalle attività produttive e industriali. Il 58% del PM10 allo scarico dei veicoli è prodotto dai diesel euro 0, 1, 2, 3 e 4 senza dispositivi antiparticolato. Quindi, l’intervento sulle auto è assolutamente necessario“.

Inoltre, il consigliere ha ricordato un’altra questione che riguarda il taglio dei fondi al Tlp di Milano. Nonostante la messa in servizio di “50 bus elettrici o ibridi nelle linee Atm” e “la riforma tariffaria con un sistema unico per 4,2 milioni di cittadini”, esiste un problema maggiore. “La Giunta leghista ha tagliato 3 milioni e mezzo di risorse all’Agenzia del Trasporto pubblico locale di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Per questo ho proposto un emendamento, non accettato, che voleva un ripristino dei fondi indebitamente tagliati. Questo sarebbe stato un passo per strutturare politiche ambientali di lungo respiro. Il resto è solo polemica politica verso il sindaco Sala e la sua buona amministrazione”.

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