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Lea Garofalo processo: tutti gli imputati condannati all'ergastolo

In aula Carlo Cosco ha insultato Giulio Cavalli, in aula per sentire la sentenza accanto a don Luigi Ciotti di Libera.

Carlo Cosco e gli altri cinque imputati per l”esecuzione’ di Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia sequestrata, torturata, uccisa e sciolta nell’acido a San Fruttuoso (Monza), sono stati condannati all’ergastolo.

Per Denise, la figlia di Lea Garofalo che si è costituita parte civile contro il padre, è stato disposto un risarcimento di 200mila euro.

Carlo Cosco, ex compagno della vittima accusato di essere il mandante dell’omicidio, prima che i giudici si riunissero ha detto – come leggiamo sul Corriere -:

“Il pubblico ministero dice che siamo vigliacchi: io ho la terza media, il pm è un dottore e laureato, ha ragione a dire che sei uomini che uccidono una donna sono vigliacchi. Lo farei anch’io se l’avessimo uccisa, ma noi non siamo vigliacchi perché non l’abbiamo uccisa. Se avessi avuto la sciagurata idea di uccidere la mia ex compagna, non mi sarei servito di cinque persone. Non è stato un omicidio, mai, mai”

In Tribunale erano presenti anche don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto, e l’attore e consigliere regionale Giulio Cavalli. Quest’ultimo in aula è stato minacciato proprio da Carlo Cosco. Gli ha infatti urlato da dietro le sbarre, spiega Repubblica:

“Scrivi perché sei un cornuto e un infame”

(immagine da archivio infophoto)

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