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Lea Garofalo: processo da zero per la pentita sciolta nell'acido

Il processo per l’omicidio di Lea Garofalo dovrà ripartire da capo. Si apre così una corsa contro il tempo, per restare nei limiti dei termini di custodia cautelare degli imputati.

I giudici della prima Corte d’assise di Milano hanno deciso che il processo per la morte di Lea Garofalo, la pentita uccisa e sciolta nell’acido, dovrà ripartire da zero.

Riporta Repubblica che dopo il passaggio del giudice Filippo Grisolia al ministero della Giustizia, il collegio ha accolto le richieste delle difese.

Nei giorni scorsi il presidente del tribunale di Milano Livia Pomodoro si era mobilitata nel tentativo di far proseguire il processo, tenendo valide le testimonianze.

Il pm Marcello Tatangelo ha già riconvocato in aula i primi testimoni e uno dei legali degli imputati, Vincenzo Minasi, arrestato ieri per l’inchiesta della dda contro la cosca dei Valle-Lampada, è stato sostituito.

La notizia dell’annullamento non è affatto buona per due ragioni: la prima, la testimonianza di Denise, figlia di Lea Garofalo e di Carlo Cosco, costretta a vivere sotto tutela. La ragazza ha avuto il coraggio di costituirsi parte civile contro il padre e, come spiega il quotidiano, dovrà ripetere la sua testimonianza.

In secondo luogo, aggiunge Repubblica, bisogna darsi una mossa “per arrivare entro luglio al giudizio di primo grado, in quanto per i sei imputati – Cosco, i suoi fratelli Vito e Giuseppe, Carmine Venturino, Rosario Curcio e Massimo Sabatino, accusati a vario titolo del sequestro e dell’omicidio della collaboratrice di giustizia e tutti in carcere – il prossimo luglio scadranno i termini di custodia cautelare: se non interviene la sentenza di primo grado, entro quella data potrebbero tornare in libertà.

E, se le cose andranno così, Lea Garofalo non avrà giustizia: secondo le indagini infatti la donna è stata uccisa a causa della sua decisione di collaborare con la giustizia. Il suo cadavere venne poi, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, sciolto nell’acido in un terreno a San Fruttuoso.

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